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La Resistenza divisa fra onori ed imbratti

Il 25 aprile Mattarella onora le vittime della Resistenza, a Genova nello stesso giorno atti vandalici a danno dei Partigiani

Pasquale Petrosino

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di Pasquale Petrosino | In silenzio assordante passa veloce la ricorrenza più importante della nostra storia democratica,fra scatti che rimarranno nella nostra memoria e gesti incomprensibili ad opera di una ultradestra senza regola, ovvero con un’unica regola, la regola della violenza alla memoria. Un presidente della Repubblica solo, con il carico dell’intera nazione sulle spalle e nel cuore. Un presidente che non si è sottratto al ricordo delle vittime dell’orrore del nazifascismo, nonostante la solitudine dell’emergenza sanitaria. “ La liberazione” ricorda il Presidente Mattarella “ è la data fondatrice della nostra esperienza democratica, di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione”. L’antifascismo è un valore fondamentale per la nostra democrazia, direi per la nostra vita tutta. “Fare memoria della Resistenza,dei coraggiosi che vi ebbero parte, rischiando per la libertà di tutti , significa ribadire i valori di libertà, giustizia e coesione che ne furono alla base” afferma Mattarella. Italiani che intonano sui social e dai balconi l’inno emblema di questo giorno “Bella Ciao”. Se è vero che succede tutto questo è altrettanto vero che su un altro fronte le destre estreme imbrattano con spray, lapidi di partigiani, monumenti, facciate di musei e municipi con svastiche e croci celtiche. Uno degli episodi più gravi ieri è successo a Genova dove le lapidi dedicate a Martiri del Turchino, a Mele, e quella dedicata ai Combattenti Partigiani di Ceranesi sono state imbrattate nella notte con tre svastiche. Un vero oltraggio ai partigiani uccisi nel 1944.
Una memoria violentata da irrazionale e pericolosa ideologia che incita all’odio delle diversità e alla supremazia di una “razza” che non c’è. Ancora oggi si inneggia a gloria di uomini che hanno reso oscuro ed insanguinato il ‘900 .Uomini che hanno scritto la pagina più buia della storia. Così ancor più forte la celebrazione del 25 Aprile. Necessario ricordare ed onorare affinché i segni di uno squilibrio sociale possano sparire nell’oblio irrazionale di una razionale democrazia. Resistenza significa resistere, resistere a quei venti di odio che hanno devastato la nostra umanità.
A proposito di Resistenza, Marco Damilano scrive che la resistenza è un grappolo d’uva che ti accoglie alla frontiera del paese, quando torni a casa. La resistenza è una bandiera tricolore, lacerata, sporca, fatta a pezzi, ricomposta in una baracca di prigionieri, onorata con un giuramento con un bacio. La Resistenza è un quaderno con la copertina azzurra che ancora brilla. Affermazioni che fanno vibrare il cuore, attivando tutti quei sentimenti nobili che hanno reso grande la nostra nazione nel nome e per conto dei valori alti della vera Democrazia.

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