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Perdonaci Sarah, per noi esistono solo le piramidi

Sarah Hegazi, attivista Lgbt egiziana, muore suicida tre giorni fa in Canada

Pasquale Petrosino

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Di Pasquale Petrosino - Fragilità, incapacità di comunicare qualcosa di enorme che pesa come un macigno nell’animo di una donna fragile che ha fatto di tutto per emergere e farsi ascoltare, accettare, riconoscere. Non ha retto all’ipocrisia del mondo, pur avendolo perdonato, Sarah Hegazi, attivista per i diritti lgbt egiziana, morta suicida tre giorni fa in Canada. Accanto al suo corpo un biglietto con diversi messaggi. ” ho provato a sopravvivere ma ho fallito” scrive Sarah ai parenti, ” l’esperienza è stata dura ed io troppo debole per lottare” il messaggio agli amici, un terzo messaggio, quello rivolto al mondo intero, per cui ad ognuno di noi “sei stato troppo crudele, ma io ti perdono”. Bruciano come fuoco ardente, queste parole, parole che ci rendono in qualche maniera carnefici e colpevoli per una morte che forse, dico forse, si poteva evitare. Ritornano gli spettri di una vera e propria intolleranza, per ciò che è diverso da noi, ma diverso per cosa poi?. L’umanità deve ancora, nel terzo millennio, essere catalogata tipo “merce da scaffale” ?. Purtroppo la risposta è si! Sarah è diventata emblema di forza contro la  dura lotta, messa in atto dal governo egiziano di Abdel Fatah al Sisi nel 2017, nei confronti di omosessuali e lesbiche. A settembre del 2017 Sarah ed un suo amico, Ahmed Alaa,durante un concerto dei libanesi Mashrou’ Leila (gruppo musicale atteso dalla comunità lgbt), al Cairo esibiscono, con orgoglio,  la bandiera arcobaleno , simbolo dei diritti gay. Dopo il concerto i due ragazzi vengono arrestati e condotti in carcere, dove resteranno tre mesi. Durante questi tre mesi subiranno torture fisiche e abusi sessuali, tutto sotto il benestare delle autorità.

Dopo i tre mesi di prigionia per Sarah e Ahmed non resta che fuggire e chiedere asilo politico in Canada. Ricominciare ha il sapore della rinascita, quella rinascita che però non ti permette di dimenticare la morte subita dall’indifferenza totale di chi il mondo lo vive per i propri interessi, snaturandolo della sua umanità, che implica l’interessarsi dell’altro, aiutarlo, capirlo, sorreggerlo. Troppo grande il dolore di Sarah per una vita che gli è stata negata e per cui ha trovato  modo di eluderla con la morte. L’indifferenza per questa morte lascia sgomenti. non siamo interessati a ciò che accade intorno a noi e per cui varrebbe la pena di “sporcarsi le mani”. Diritti negati anche in paesi dove noi occidentali amiamo villeggiare e riempirci la bocca. Oltre le piramidi esiste l’uomo, quell’uomo che nonostante secoli di storia, ritorna ancora oggi ad essere schiavizzato, sopraffatto ed annientato nella sfera più intime dei diritti di libertà che devono, anzi a questo punto dovrebbero, appartenere all’umanità tutta. “Il cielo è più bello della terra. E io voglio il cielo” , questo ha scritto Sarah qualche giorno prima di morire. Speriamo Sarah che il cielo, quel cielo che ambivi sia davvero migliore rispetto a questa terra infame.

 

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