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Il veleno dell’incertezza

Attese per un anno che inizia male

Pasquale Petrosino

di Pasquale Petrosino | Sono appena dieci i giorni che hanno scandito l’inizio del nuovo anno. Un anno in cui abbiamo riversato le nostre attese più profonde. Ma a regnare ancora l’incertezza più totale, la paura per un domani ancora nero. In dieci giorni è successo di tutto. Dai contagi, che invece di diminuire aumentano ancora all’attentato al cuore della democrazia americana, che poi rappresenta il cuore della democrazia mondiale. In mezzo abbiamo la tragedia economica di milioni e milioni di attività ridotte al lastrico, all’incertezza del domani, alla paura del presente.

Mercoledì 6 gennaio, alcune migliaia di sostenitori del presidente uscente, Donald Trump hanno letteralmente assediato il Campidoglio, sede del congresso americano, per protestare contro l’elezione di Joe Biden alla Casa Bianca e impedire, di fatto, la sua proclamazione come nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Davanti ai nostri occhi si è consumata una vera e propria insurrezione da parte di orde di fanatici repubblicani che si sono riversati in massa a Capitol Hill e che sono riusciti ad entrare nel Campidoglio, sobillati dalla “chiamata alle armi” dello stesso Trump che ha continuato a parlare di presunti brogli, fomentando i suoi “seguaci” attraverso i social dello stesso, adesso bannati.

Giovedì 7 invece arriva, in Italia, anche l’incertezza da parte del Consiglio dei Ministri. La penisola avvolta dai colori, ancora scuri, ancora soffocanti, ancora del tutto incerti. A regnare lo spettro di una imminente, oggi forse scongiurata, crisi di Governo. Ristoranti e bar che riaprono per richiudere il giorno successivo, scuole e luoghi di formazione ancora sbarrati. Vaccini che arrivano ma che ritardano nella somministrazione, delirio di confusione in questo mese primo mese del nuovo anno. Per concludere, così oltre tutto ciò di cui siamo stati investiti, il virus che sembra non voler cessare nel mietere vittime e contagiati. Qualcosa abbiamo sbagliato. Abbiamo riaperto ciò che, forse, non doveva essere riaperto, facendo rimanere chiuso ciò che non doveva rimanere chiuso. I controlli? Non appropriati! Considerando le centinaia di segnalazioni di piazze e strade piene di gente intenda a festeggiare, acquistare, socializzare. In questa incertezza mondiale possiamo ancora sperare nello Stato? In questo Stato, dove tutto è tremendamente incompressibile. Del tutto contrario all’idea di Stato del filosofo idealista Hegel che aveva definito lo Stato “sostanza etica consapevole di sé”. Oggi lo Stato ha davvero la consapevolezza etica del sé?! Alla luce di questi misfatti ed incongruenze non ci resta che esclamare “che Dio ci aiuti”.

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