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Meditate che questo è stato.. scolpitelo nel vostro cuore

"La premonizione di Primo Levi nel millennio della dimenticanza"

Pasquale Petrosino

SEGRE

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L’opinione di Pasquale Petrosino

Suona come un monito di preveggenza l’affermazione “meditate che questo è stato…scolpitelo nel vostro cuore”, di Primo Levi, nell’opera memorialista scritta fra il dicembre del 1945 ed il gennaio del 1947. Un ricordo che forse sta sbiadendo, a cui ci siamo troppo abituati, quasi assuefatti da una civiltà che sembra aver perso i sapori della democrazia e dell’uguaglianza. Una società addormentata ed inerme davanti allo sterminio culturale di una storia che ha perso la sua importanza. E’ questo il caso, quello di qualche giorno fa accaduto nell’aula più importante della nostra Italia, quell’Italia che con il sangue, ha ottenuto la libertà e l’uguaglianza. Il caso a cui faccio riferimento è l’approvazione della mozione che ha istituito una commissione parlamentare contro l’odio, l’antisemitismo ed il razzismo, promosso dalla senatrice Liliana Segre, che porta su di sé la barbarie del regime dittatoriale nazifascista, un numero che la terrà per sempre legata a quell’orrore, 75190.il testo è stato approvato da 151 senatori, ricevendo 98 astensioni delle destre, si una minoranza sicuramente ma un caso a cui non possiamo rimanere inermi. “speravo che sull’odio il Senato avrebbe trovato una sintonia generale” afferma la senatrice a vita Liliana Segre ” sono rimasta delusa e stupita, che davanti ad una mozione che proponeva l’istituzione di una commissione contro l’odio ci potesse essere dei distinguo” ha detto ai microfoni di Rai Radio1. Non si può rimanere indifferenti, la storia non ci da più la possibilità di farlo, perchè è devastante rimanere indifferenti, com’è devastante e raccapricciante la giustificazione data a tale atto, ovvero che le destre si siano astenute sul razzismo per evitare di deludere il proprio elettorato. Elettorato che hanno gonfiato a suon di odio ed istigazione alla violenza, che hanno terrorizzato sulla diversità di ogni genere gonfiandolo con i crismi dell’autoreferenzialissimo e del patriottismo più becero ed infingardo che riconosce nel diverso il nemico da abbattere, schiavizzare, eliminare. Fuochi sempre più presenti di vera intolleranza, in un mondo che sembra aver perso di vista che la diversità è motivo di arricchimento, che le culture devono integrarsi anziché dividersi e che, come diceva Andrea Camilleri, “non esiste il diverso, il diverso è me allo specchio!”. Lega, forza Italia e Fratelli d’Italia che si sono astenuti sulla Commissione Segre, contro l’istigazione all’odio e all’antisemitismo hanno scritto una pagina veramente inedita della storia parlamentare” afferma Carla Nespolo, presidente dell’Associazione dei Partigiani (ANPI). Certamente l’astensione delle destre rappresenta un passo indietro sul dibattito pubblico. Preoccupante è però, come ci sia un lettorato, quello gonfiato di cui facevo riferimento, che avalli l’operato dell’intolleranza e della discriminazione. Così in uno scenario preoccupante è assolutamente indecente continuare a proporre a forze del genere la possibilità di governare un paese. E’ adesso importante più che mai, risvegliare le coscienze e tornare ad educare con più incisività, alla democrazia e all’uguaglianza. Bisogna ricordare che il razzismo è alla base del nazismo e del fascismo. Bisogna lavorare perchè vengano difesi ed estesi i diritti umani garantiti dalla Costituzione nata dalla lotta di liberazione contro il fascismo. Bisogna ritornare a vivere dello spirito costituzionale, che detta i principi di uguaglianza e libertà fermando in maniera categorica tutti quei focolai che possono indurre all’odio, alla discriminazione ed a forme di dittatura. Ancora una volta, bisogna ricordare per evitare che il passato più buio torni ad emergere e dettare morte e brutture in un mondo che ha fatto di tutto per poter tornare a splendere grazie ai principi di uguaglianza e libertà.

“Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo,
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi:
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.” 

Primo Levi.

Dei cinquanta milioni di morti nella seconda guerra mondiale, sei milioni furono gli Ebrei sterminati nei campi di concentramento nazisti: uomini e donne, vecchi e bambini di quasi ogni paese d’ Europa trovarono la morte nei «lager», dopo inaudite sofferenze e, pochissimi furono i sopravvissuti. Primo Levi nell’introduzione al suo libro autobiografico Se questo è un uomo (da cui è tratta anche la lirica qui presentata) afferma: «Per mia fortuna, sono stato deportato ad Auschwitz solo nel 1944, e cioè dopo che il governo tedesco, data la crescente scarsità di manodopera, aveva stabilito di allungare la vita media dei prigionieri da eliminarsi, concedendo sensibili miglioramenti nel tenore di vita e sospendendo temporaneamente le uccisioni ad arbitrio dei singoli». Levi, dunque, ebreo e partigiano e perciò doppiamente inviso ai nazisti grazie alla sua «fortuna riesce a sopravvivere all’incubo del «lager»; ma, perché questa esperienza di totale disumanizzazione, di perdita di ogni dignità e identità umana non debba mai più, per nessun individuo al mondo, ripetersi è necessario, dice Levi che tutti sappiano che cosa ha significato essere prigioniero nei lager nazisti e mai, mai lo dimentichino, pena le più terribili maledizioni.

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