Nello stadio del “principe”: è il derby dei longobardi

Salerno e Benevento tra corsi e ricorsi storici: quando i salernitani fecero "saltare" l'impero

Marco Rarità

 

Ogni gara ha la sua storia e questo, tra Salernitana e Benevento, è probabilmente lo scontro più antico di queste terre. Il calcio sulla linea del tempo è lontano anni luce, nel passato, tra Salerno e la città del Sannio scorreva sangue nordico, germanico.

Langobardia Minor si chiamava, un impero assoluto in tutta l’Italia meridionale, venne distrutto dai salernitani che pare non gradissero i nuovi “avvicendamenti”. Questo perché Sicardo, principe di Benevento, casa madre del regno, fu ucciso da Radelchi che salì al trono. Quell’assassino il popolo di Salerno non lo voleva e nelle terre salernitane scoppiò la rivolta.

«Fatelo sapere ai signori di Benevento che a quello non lo vogliamo».Era questo, più o meno, il messaggio. I salernitani si scelsero il proprio principe longobardo, il fratello di Sicardo, si chiamava Siconolfo. Si creò una guerra in casa, il principe di Salerno contro quello di Benevento, Siconolfo contro Radelchi, molto più di uno scontro al vertice di Lega Pro nell’850. La storia dice che se le dettero di santa ragione, con Radelchi che “comprava” mercenari musulmani e saraceni, senza badare al fair play finanziario, al bilancio. Manco a dirlo, non servì a nulla. Gli uomini di Siconolfo li “fecero male” in una cruenta battaglia alle Forche Caudine.

Poi intervenne Ludovico detto “il giovane” dettando le regole: «I salernitani vogliono la divisione e così sia». Così nacque il Principato di Salerno, che arrivava fino a Taranto. Battaglie, storie diverse, che si ripetono sulla linea del tempo, dove lo scontro si porta sul campo.

Tutt’altra dimensione, nello stadio con il nome da principe non c’è spazio per quello che è stato. Due popoli e una passione, nulla di più, nulla di più aristocratico del calcio.

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