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Claudio, Leo ed il veleno nella…Coda: Salernitana confusa e nervosa

Il patron ha messo in discussione il tecnico, salito sul banco degli imputati per aver lasciato in panca il centravanti

admin

“Non tutte le ciambelle riescono col buco”. Claudio Lotito provò a cavarsela così dopo la vittoria della Salernitana sull’Ascoli per spiegare gli errori commessi in sede di mercato e per rinforzare la posizione di Torrente, allora tecnico granata e già all’epoca seduto su una panchina ad orologeria. La ciambella di salvataggio a cui il patron si è aggrappato dallo scorso 2 febbraio, il giorno dopo la chiusura del mercato di riparazione che la Salernitana non ha sfruttato come avrebbe dovuto per porre rimedio alle magagne estive, dopo il pari di ieri col Vicenza ha rischiato di affondare. Leonardo Menichini è stato ad un passo dall’esonero e, nella sostanza, è stato sfiduciato. Non solo da Lotito, ma anche dai calciatori. Le dichiarazioni post partita di Ceccarelli (“rinunciare a Coda per noi è come rinunciare ad Higuain per il Napoli” ed ancora “al mister avevo consigliato di giocare col 4-4-2″) sono il segnale preciso che nello spogliatoio granata il rapporto tra tecnico e squadra non sia saldo, tutt’altro. Del resto, la vigilia della sfida con i veneti era stata scandita da incomprensioni e sottolineature, tensioni e malumori, che non potevano svanire sul campo. La prestazione della squadra è stata anche figlia di una vigilia tesa, mentre la penuria di centrocampisti non ha fatto altro che ingigantire i limiti e le carenze ataviche della rosa. E così a fine gara Lotito ha parlato a lungo con Menichini, chiedendo spiegazioni e contestandogli alcune scelte come quella di rinunciare inizialmente a Coda, gravato sì da una diffida, ma pur sempre il capocannoniere della squadra. Per giunta, sembra che, al momento del suo ingresso in campo, in panchina ci sia stata più di qualche fibrillazione: Menichini aveva deciso di mandare in campo Tounkara, mentre Bianchi ha caldeggiato l’ingresso di Coda che, infatti, ha subito dato peso ed incisività all’attacco. Altro caso aperto in casa granata è quello legato a Raffaele Schiavi. Ieri, Lotito ha preteso delucidazioni sul quadro clinico del difensore ed il medico sociale, Leo, ha rassicurato il patron circa la sua completa guarigione. Schiavi, però, neanche ieri era in panchina. Scelta tecnica, legata, pare, ad un rifiuto del calciatore di giocare con la Primavera al fine di cominciare a riprendere confidenza con il clima agonistico. Coda in panchina, Schiavi in tribuna. La Salernitana continua a farsi male da sola, ma Lotito deve prendersela solo con se stesso per aver gestito male fin dagli albori una stagione il cui esito è appeso ad un filo. Ora servono dieci punti in cinque gare per sperare nei playout e la gara di domenica col Livorno è diventata una vera e propria sfida ad eliminazione. Bocciato Torrente, messo in discussione Menichini, Lotito sa bene di aver toppato due volte per quanto riguarda la guida tecnica ed ora deve affidarsi all’orgoglio dei calciatori ed alla passione impareggiabile dei tifosi granata. Ieri sera, erano in QUATTORDICIMILA (il maiuscolo è voluto e meritato!!!) e domenica, di sicuro, non saranno meno di diecimila per sostenere una squadra che non riesce ad andare oltre i propri limiti, che è stata costruita male, corretta in parte, e che non ha mai trovato una vera identità tattica. Eppure, è ancora in corsa per evitare la retrocessione diretta. Una cosa è certa: se la Salernitana riuscirà ad uscire indenne da una stagione così sciagurata, nessuno, se non la sua tifoseria, potrà mettersi medaglie in petto.

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