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Ventura, campo e psicologia: “Società sa che avrei voluto iniziare con una squadra fatta..”

Il tecnico sul lavoro effettuato: "Kiyine meglio largo, rende di più. Difesa? Migliorini e Billong non possono giocare insieme. Ai tifosi ho promesso che questi ragazzi usciranno sempre con la maglia sudata".

“Ho trovato delle risposte”. Così Gian Piero Ventura, al termine della seduta mattutina, a pochi passi dal campo sportivo di San Gregorio Magno il tecnico granata analizza le prime settimane di ritiro e fa un bilancio di quanto realizzato fin qui. “Sono soddisfatto di queste due settimane di ritiro. C’era da lavorare con un gruppo di calciatori nuovi, ho trovato una disponibilità quasi totale e quindi li ringrazio. Sotto l’aspetto del lavoro, a parte qualche intoppo come Firenze e Akpa che hanno avuto problemini, direi che tutti hanno seminato per avere una condizione ideale – ha dichiarato il tecnico – c’è stato anche un lavoro mentale, 50% sulla squadra e 50% per eliminare le scorie dell’anno scorso. Abbiamo fatto notevoli passi avanti. Siamo qua da due settimane insieme, sono stati giorni positivi”.

“Parlando con De Patre, con cui abbiamo vinto tre campionati consecutivi, mi diceva che al tempo dopo un mese eravamo molto più indietro rispetto a questa squadra oggi. Questo è merito della disponibilità, non della qualità di squadra. Ora ci sono degli step da seguire”. Il tecnico ha continuato parlando dei vari reparti su cui lavorare: “Si parte dalle fondamenta, quando la difesa inizierà a giocare con la giusta personalità allora si passerà ai centrocampisti e così via. Oggi gli attaccanti toccheranno quattro palle a partita perché ci manca ancora serenità, ma loro lo sanno e hanno pazienza. Ma anche con quei quattro palloni si può fare qualcosa. Come tutte le costruzioni, c’è bisogno di tempo ma noi siamo in anticipo.

“La società sa che avrei voluto iniziare il ritiro con una squadra fatta però direi che quelli che ci sono hanno capito in che direzione lavorare. Ci sono i presupposti per fare qualcosa di interessante”.

“Qui c’è da costruire tutto, cerchiamo di fare il prima possibile ma senza mettere stress ai calciatori. Questi giocatori non hanno ancora serenità, va creata” E il discorso passa sui singoli, come Kiyine che Ventura vede, per il momento, a sinistra: “Ha le caratteristiche per fare l’esterno. Io a Verona sono stato 20 giorni e poi ho lasciato perché non c’erano i presupposti. Ho avuto l’occasione di vedere un calciatore ai margini che poteva giocare in quel ruolo, perché lì riesce a diventare sé stesso. Ha qualità, però in mezzo al campo a volte si perde mentre largo determina. In quelle tre partite fece tre prestazioni molto buone, tanto che il mio telefono squillò spesso”.

“Penso sarà una grande occasione per lui, se centra il campionato nessuno gli vieta di ambire a essere un calciatore importante l’anno prossimo in Serie A – sempre su Kiyine, poi passa ai difensori –  Migliorini e Billong sono due alternative, in una difesa a tre difficilmente possono giocare insieme – e su Fabio Maistro –  ha fatto bene con il Picerno ma quello che ha fatto in occasione del gol andava fatto anche nei primi 35 minuti. Per i calciatori giovani è molto più facile apprendere, sono concettualmente vergini mentre quelli più avanti nell’età hanno il loro dna già formato. Siamo ancora al 30 per cento di quello che possiamo fare. Dispiace non avere avuto Firenze, ma dispiace più a lui perché ci tiene tanto”.

Sul triangolare di giovedì: “Non sarà un test importante, sarà solo un test. Noi ci alleneremo due volte anche domani e poi giovedì mattina, per me quello che conta è il lavoro, ma certamente è la prima partita che giochiamo a Salerno e teniamo a fare bene”.

“Domenica abbiamo giocato contro una squadra più lucida, ma ricordo che siamo a un mese dal campionato. C’è tanta voglia, domenica c’erano 1500 tifosi ma la città deve sapere che per ritornare grandi non servono parole e promesse, ma lavoro e professionalità. È importante giovedì, ma diamogli l’importanza che ha sempre un triangolare con due amici”.

Il tecnico scherza anche sul rapporto con i baresi e il Bari: “Io abito a Bari, non mi sento di batterli (sorride il tecnico) perché altrimenti non posso più andare a prendere il caffè in città. Il triangolare sarà una festa, se vogliamo iniziare a essere diversi però dobbiamo pensare in modo diverso. Ricordo il primo allenamento in un’altra squadra, mi chiedevano di andare a vincere a San Siro. Ma per vincere lì ci devi andare a giocare, poi a distanza di poco ci siamo riusciti. Ma bisogna creare i presupposti. I tifosi mi hanno chiesto la maglia sudata, lo garantisco al 100 per cento”.

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