Questa storia comincia sotto il colle Micatundu, ma non siamo in Brasile. E’ la Calabria degli anni 50, Gizzeria, provincia di Catanzaro, 5mila anime e un signore di nome Pietro che decide di andar via. Una valigia, forse anche qualcosa in più e un sogno oltre Oceano: San Paolo. Si chiamava Pietro Curcio, era il nonno di Felipe che nelle ultime ore ha firmato con la Salernitana per vivere l’ennesima avventura in Italia. Felipe Castaldo Curcio cresce tra i palazzi di Barueri, poco verde ma qualche campetto tra gli stradoni, una “arena” e il Dom Josè, un parco municipale che sembra una oasi nel deserto dell’industrializzazione. A poco più di 20 chilometri dal cuore di San Paolo cresce il sogno del piccolo Felipe, accompagnato dal papà, cattura l’interesse dell’Athletico Paranaense e comincia un altro viaggio. Snello, non rapidissimo ma piazzato fisicamente, tutto sinistro, due anni fa il grande salto di qualità ad Andria. Con i leoni azzurri spicca in terza seria facendosi notare con Aldo Papagni in panca. Gioca a sinistra, da terzino, nel 4-3-3 della Fidelis, gran bel campionato tant’è che proprio a gennaio la leonessa lo strappa dalla Puglia. Va a Brescia ed è subito titolare nello scacchiere di Boscaglia, colleziona due assist alla prima al Rigamonti. L’anno dopo è magico per le rondinelle, lui titolare fino a gennaio con Corini poi un problema fisico e Martella, troppo forte la concorrenza con l’esterno sinistro, su quel lato c’è anche Mateju e quando non c’è il tecnico bresciano preferisce addirittura spostare Sabelli a sinistra e Curcio vede poco il campo nel girone di ritorno. In A con il Brescia solo 4 convocazioni, scende in campo al Bentegodi ma nei minuti finali. Dopo il doppio vantaggio degli scaligeri segna Balotelli prima del 90esimo, un minuto dopo Corini fa uscire Martella e inserisce Felipe Curcio sulla sinistra nel 3-5-2 per dare una spinta più offensiva sul versante mancino. Non servirà alle rondinelle per raggiungere il pareggio. Il calciatore ha firmato con il club granata un contratto fino al 30 giugno 2020 con opzione per altre due stagioni.
Sangue calabrese e l’infanzia a Barueri, la storia di Felipe Curcio
Questa storia comincia sotto il colle Micatundu, ma non siamo in Brasile. E' la Calabria degli anni 50, Gizzeria, provincia di Catanzaro, 5mila anime e un signore di nome Pietro che decide di andar via.
23 gennaio 2020
Marco Rarità
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Autore: Marco Rarità

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