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Salernitana, resta l’amaro in bocca

Tre rebus da risolvere per Sousa: playmaker, esterni e attacco

Gerardo Petretti

La Salernitana regala un tempo al Lecce e paga un prezzo troppo alto in questa seconda trasferta stagionale.

Sousa parte con la coppia Coulibaly Legoswky al centro. I due costruiscono poco gioco senza creare spazi per gli inserimenti con il risultato che  Candreva e Kastanos sono costretti ad arretrare spesso per giocare qualche pallone isolando così  l’unica punta Botheim. Il norvegese toccherà solo otto palloni, tutti spalle alla porta e fuori dall’area di rigore.
Legoswki, all’esordio dal primo minuto, ha avuto un buon impatto sulla partita, ma il ragazzo non sembra avere doti adatte a costruire e offendere. Sembra essere più un vice Coulibaly.
La Salernitana, con questi problemi al centro, ha cercato di creare pericoli sugli esterni dove soprattutto Cabral ha provato a vivacizzare l’attacco. Il capoverdiano però, schierato da esterno, fa fatica a coprire la fase difensiva.
Con il cambio di modulo del secondo tempo la Salernitana sembra essere maggiormente in partita. Un palo e l’imprecisione sotto porta ci allontanano dal pareggio.
Il finale, con un rigore che da regolamento (discutibile) andava dato, punisce oltremodo i granata, evidenziando gli attuali limiti. I nuovi hanno bisogno di tempo per integrarsi e adattarsi e la pausa per le Nazionali, in questo momento, è benedetta.
 La squadra deve risolvere tre problemi: uno, bisogna trovare il playmaker di centrocampo. Lo scorso anno, come ricordato da Sousa a fine partita, Vilhena in una seconda parte di stagione in crescendo ha ricoperto bene questo ruolo. In questo campionato, in attesa di capire se Bohinen sia completamente recuperato, si prefigura un impiego al centro per Martegani, abituato a giocare qualche metro più avanti. Il ragazzo deve adeguarsi ai ritmi più pressanti del campionato italiano in tempi rapidi.
Due: gli esterni. Abbiamo bisogno di recuperare il miglior Mazzocchi, quello che salta l’uomo e tiene in apprensione l’esterno avversario. Senza di lui rischiamo di giocare con qualcuno che deve adattarsi al ruolo (vedi Cabral o Kastanos).
Tre, l’attacco, con la grana Dia a complicare le cose.
Al momento è troppo facile prendersela con Botheim. Lo stesso Sousa ha ricordato la partenza di Piatek, che, pur con poche marcature, riusciva a interpretare meglio il ruolo di unica punta. Per i nuovi c’è da attendere.
Per fare il campionato che società e tifoseria si aspettano, c’è bisogno del centravanti da doppia cifra.
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