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Le montagne russe della Salernitana

Alfonso Maria Tartarone

Blindata la cadetteria. E’ tempo di compiere il classico viaggio nel tempo. Ripercorrendo, tappa dopo tappa, un torneo da porre immediatamente agli archivi. Partendo dalle promosse (non mantenute) di Loito e Mezzaroma di “un campionato più che dignitoso con vista play-off”. Certo, la conferma di Colantuono è un segnale. Non sono da meno nemmeno gli arrivi di Migliorini, Djuric e su tutti Di Gennaro. Il vero e proprio colpo di mercato (via Lazio). Il copione subisce, invece, drastici cambiamenti. Come spesso capita in questi caso.

Dopo, però, un inizio incoraggiante e la formazione granata ad un passo dal secondo posto in graduatoria. Praticamente, promozione diretta. Il pareggio ad occhiali con la corazzata Palermo all’Arechi è un segnale. Confermato dal pari di Lecce, in rimonta, e dal roboante tre a zero rifilato al Padova. Alla quarta giornata, seppur contro il quotatissimo Benevento, il primo ko: 4 a 0. Campanello d’allarme? No, seppur non esprimendo un calcio champagne, batti anche Verona, Perugia e Livorno. Tutto sembra funzionare nel migliore dei modi.

La Salernitana non può contare su di un bomber di razza, il bosniaco non ingrana dopo la serrata corte del ds Fabiani, ma il pacchetto arretrato e la mediana forniscono ampie garanzie per tirare avanti. Sino a quando, guarda caso proprio a Venezia, la rete di Domizzi mette tutto in discussione. Ed anche i tre punti, strappati a fatica con lo Spezia, non convincono. Colantuono sembra smarrirsi. Come tutto il suo gruppo. Lo stesso dicasi per la proprietà. Le batoste con Cittadella, Brescia e Carpi fanno il resto. Il tecnico non mangia il panettone, saluta tutti con tanto di dimissioni e la dirigenza opta per Gregucci. Una vecchia conoscenza in casa granata. I fiori all’occhiello del rosa non sbocciano, su tutti Di Gennaro seguito a ruota da Rosina e Djuric, ma il successo ottenuto ai danni del Foggia ed il pari di Cosenza forniscono nuova linfa.

Tutto sistemato? Nemmeno per idea, nonostante una classifica che sorride. La Salernitana festeggia nel peggiore dei modi l’addio al 2018, 4 a 2 subito in casa dal Pescara, ed il mercato invernale resta “stoppato”. Al giro di boa, però, il sussulto. Casasola ribalta il punteggio a Palermo nei minuti di recupero (2-1). Si riparte? No, si tratta del via libera ad un parabola discendente che porta Calaiò (unico colpaccio di riparazione) e compagnia a subire ben dodici sconfitte nelle restanti diciassette giornate: dall’1 a 2 del Lecce.

Il punto più basso? Il Crotone, concorrente per la sopravvivenza, che sbanca l’Arechi e le cinque sconfitte consecutive con Brescia, Carpi, Foggia, Cosenza e Pescara. All’Adriatico si rivede in panchina Menichini al posto dell’esonerato Gregucci. Senza dimenticare lo strappo insanabile tra tifoseria e proprietà, quest’ultima sempre più assente e distante. I granata, giusto per sottolinearlo, con un solo e tremendamente importante punticino sarebbe riusciti ad evitare gli spareggi e la “commedia”, tutta italiana, andata in scena tra carte bollate e decisioni estreme. Il resto? E’ storia nota… in attesa di un più sereno centenario.

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