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Roma Salernitana dal divano di casa

Una telecronaca poco obiettiva non rovina la festa per una prestazione da squadra vera che non si accontenta

Gerardo Petretti

Una Salernitana gagliarda conquista uno strameritato punto all’Olimpico, in una serata che sarà ricordata per lo spettacolo sugli spalti (bellissimi gli applausi riservati al settore ospiti e lo spontaneo scambio di sciarpe lanciate oltre i divisori) e in campo, dove i granata hanno giocato con  fame, grinta e stimoli come se la salvezza fosse ancora da raggiungere . Dirà Mourinho a fine gara: “La Salernitana ha giocato una finale”. Davvero una gran soddisfazione vedere il gruppo approcciare la gara in questo modo.
Peccato, però,  per due cose.
Innanzitutto  molti nostri tifosi sono entrati allo stadio  quando il primo tempo già volgeva al termine e non hanno avuto modo di vedere dal vivo la magia di Candreva, sempre più il Mast’ Antonio del gruppo di Sousa.
Tifosi che come al solito vengono bistrattati dal sistema calcio, basti pensare che parliamo di una partita giocata di lunedì su cui vi è stato il dubbio sull’orario, che l’acquisto del biglietto non sia  stato per niente facilitato a causa delle solite tarantelle sul numero di ticket da riservare alla tifoseria ospite e che  un numero limitato di tornelli  all’ingresso dello stadio ha fatto si che le operazioni di accesso siano andate avanti a ritmi molto lenti.
Chi è rimasto a casa invece ha dovuto assistere ad una telecronaca faziosa e a tratti irrispettosa. Dario Mastroianni e Massimo Ambrosini confermano che le rimostranze di molti tifosi presenti sulle loro pagine social dopo alcune telecronache non sono del tutto infondate: è capitato così di dover ascoltare che il gol di Ibanez annullato per mani di Belotti ci poteva stare o che l’arbitro poteva fischiare il rigore per un’inesistente trattenuta  di Daniliuc in area.  Ci siamo poi sorbiti l’aumento di decibel del tono di voce quando alla Roma capita un’occasione e la ricerca ostinata di altri rigori nel dopo gara durante l’analisi del match in studio. Ci è sembrato troppo. La cronaca di una partita di serie A, quando è trasmessa da un emittente con due milioni di abbonati,   non dovrebbe tener conto del blasone delle squadre in campo ne del numero di abbonati. Ci si aspetta che vengano raccontati i fatti.
Resta la gioia per una partita giocata da vera squadra che la Salernitana ha cercato di vincere, come dimostrano i cambi di Paulo Sousa. Resta la meraviglia per il sedicesimo gol di Dia.
 Torniamo a casa con la voglia di festeggiare la salvezza davanti al pubblico dell’Arechi. Come l’anno scorso ci tocca l’Udinese. Abbiamo dei conti da chiudere e possiamo farlo in un clima di festa per mostrare che Salerno è pronta a trasformare i propri sogni in realtà.
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