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I 610 giorni di Francesco Orlando

Ancora poco spazio per il tarantino, eppure la Salernitana non brilla in costruzione offensiva

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Cojocaru, Perico, Adejo, Schiavi, Mantovani, Garofalo , Signorelli, Zito, Orlando, Cappiello, Carrafiello. Era il 30 luglio del 2017, era la Salernitana di Bollini in uno dei primi test precampionato. Un giorno maledetto per Francesco Orlando, lesione parziale del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, quella gamba si piegò nel contrasto con uno dei calciatori del Tolentino, sono passati 610 giorni, un numero considerevole di allenatori, 87 fine settimana con tante e troppe partite seduto, più in tribuna che in panca.

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Arruolabile, ufficialmente, da inizio campionato, da quando è stato convocato sia contro il Palermo all’Arechi che contro il Padova, poi fuori dai radar e di nuovo con la squadra. Passato Natale i granata affondano contro il Pescara e c’è spazio anche per lui, circa 10 minuti il 30 dicembre, ma è solo una illusione. Altre sette gare dove non vede il campo da gioco, poi spiccioli di gara a Perugia e contro il Crotone (quasi trenta minuti all’Arechi).

Eppure nella costruzione offensiva i granata non brillano di fantasia, bloccato sulla destra dal tuttofare Casasola, nelle poche occasioni gli è stato comunque preferito Djavan Anderson sul versante preferito, il 22enne tarantino continua ad aspettare tempi migliori, difficile che possa partire dal primo minuto anche contro lo Spezia, nonostante il doppio impegno ravvicinato.

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