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Come un Caravaggio..

La Salernitana, tutte le ombre di un campionato e un leggero fascio di luce, 4 partite per farsi scoprire più bella..

Marco Rarità

“Ha detto.. zio voglio un cavalluccio, però, ha precisato, lo voglio rosso”. E comincia così una soffocante storia di fine aprile, alla vigilia della Liberazione, che chi vuole capire capisce. Come “così parlò Bellavista” parlano pure loro. Alfredo anticipa tutti nel posticipo e poi ci fa vedere le orecchie.

Grigio, sole, pioggia, vento, ci sono tutti gli invitati e tutte le componenti di questo assurdo e bastardo campionato. Non abbiamo ancora fatto pace ma è bella la Salernitana, è bella perchè è come un Caravaggio, scura, la devi guardare bene per capirla e forse, alla fine, neanche ci arrivi. Come disse Bruno Munari “ci sono effetti di luce ma l’interruttore non so dov’è”, e in quello stil novo fatto di tonalità diverse ci perdiamo tutti.

Nella continua ricerca di una favola in questa stagione, mi rendo conto che è difficile romanzare le legnate di Franco, la testa bassa di Gatto, i tempi biblici di Ronaldo e l’angosciante fatica di ogni risultato. E che Livorno sia lo specchio di come possiamo essere, con tutte le tinte scure di un campionato ma con quel leggero fascio di luce, quanto basta, quattro partite per fare pace e per scoprire quanto sei bella.

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