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I dilemmi di Forza Italia

Difficoltà a completare la lista in vista delle regionali per gli azzurri salernitani

admin

Già si pensa alla manifestazione del 2 maggio,  alla quale parteciperanno oltre che l’ex ministro Mara Carfagna anche Stefano Caldoro. Una grande kermesse per aprire la campagna elettorale, nello stile forzista. E, in quell’occasione, sarà pure presentata la squadra salernitana di Forza Italia. Ma, intanto, i problemi per completare la lista ci sono. E anche se ufficialmente nessuno li conferma, le vicissitudini pre-elettorali non stanno facendo dormire sonni tranquilli al commissario provinciale Enzo Fasano. Che è impegnato sul campo per  contattare i “papabili” ma, fin’ora, ha dovuto digerire più “mi dispiace” che risposte affermative. Perché adesso tutto sembra essere bloccato. Il consigliere comunale di Salerno, Roberto Celano (Ncd) ha detto sì, ma il matrimonio politico sarà celebrato (e annunziato)  dopo le regionali, ed è incentrato in particolare sulle comunali del prossimo anno. La campagna di rafforzamento, con vista amministrative, porta ad un altro consigliere comunale Raffaele Adinolfi (Lista Caldoro), che potrebbe pure ricoprire, sempre più in là, la carica di coordinatore cittadino, lasciata vacante da Antonio Roscia. Nel frattempo, tuttavia,  il tempo passa e la formazione da schierare ai nastri di partenza, a meno di 10 giorni dal termine ultimo, non è ancora pronta. E  la concorrenza, soprattutto degli altri partiti della coalizione di centrodestra, è spietata. Così Fasano ha dovuto abbandonare la pista che conduceva a Giovanni Baldi, che pare abbia deciso di schierarsi con l’Udc, e pure l’ipotesi dell’ex assessore provinciale Attilio Pierro  sembra  essere sfumata, in quanto potrebbe preferire il corteggiamento di Noi Sud, del duo Eva Longo e Antonio Milo. Due rinunce pesanti che, però, non hanno scoraggiato il senatore Fasano. Che si è messo a macinare chilometri, a lavorare di fioretto, oltre che a muovere le pedine come uno scacchista. E per dare scacco matto  sta tentando il colpo grosso: coinvolgere Carmen Guarino, delusa dal Pd e desiderosa di “correre” per la Regione, tant’è che ha già aperto i comitati elettorali  (seppur senza simbolo) e fatto affiggere i manifesti propagandistici. Ma il compito di Fasano non è semplice. E perciò batte altre strade, dal Cilento all’Agro nocerino sarnese. Anche se deve fare i conti pure con le prime proiezioni, che danno a Salerno, in quota Forza Italia, un solo seggio. E quello scranno in Consiglio regionale, a detta di molti, ha già un nome e cognome: Monica Paolino. Il consigliere regionale uscente, moglie del sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, è la grande favorita. E questo è un potente deterrente per chiunque abbia intenzione di mettersi in gioco. E allora nella stanza dei bottoni si è deciso un escamotage per dare più respiro alla lista azzurra salernitana. Paolino, infatti, in caso di vittoria del centrodestra  e di conferma di Caldoro, farà parte della Giunta e, naturalmente, si dimetterà da consigliere, liberando un posto che sarà ad appannaggio del primo dei non eletti. E quest’ultimo potrebbe essere Gigi Casciello, portavoce di Fi, responsabile degli enti locali, sponsorizzato dalla Carfagna. Ma l’ingresso in squadra del presidente del mercato ortofrutticolo di Pagani, Vincenzo Paolillo, potrebbe stravolgere gli equilibri. Perché oltre a portare voti potrebbe pure insidiare l’ambito “secondo posto”. L’input di Caldoro, però, è stato chiaro: la compagine forzista deve essere il vero e proprio caterpillar della colazione di centrodestra. E anche a Salerno il presidente uscente vuole l’ultima parola sulle candidature. Dunque  è una corsa contro il tempo. Da riempire restano ancora 4 caselle, date per scontate le candidature, oltre che di Paolino e Casciello, del consigliere comunale di Sassano, Valentino Di Brizzi e del responsabile politiche sociali di Fi, Sonia Senatore. Le ultime tracce di trattativa portano all’ex sindaco di Pontecagnano, Angelo Spera, mentre sono sempre  caldi i  nominativi del sindaco di Vibonati, Massimo Marcheggiani  e di Enzo Pasca.

Gaetano de Stefano

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