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Amore e tosse non si possono nascondere..

Bocalon come Cary Grant, Zito come Fantozzi, mentre c'è ancora chi conta i biglietti..

Marco Rarità

Sembrava una scena di Hitchcock, quando Cary Grant in Intrigo Internazionale scappava in giacca e cravatta per sfuggire ai colpi di una Browning M2, quanto faceva paura quell’aereo. Eppure era Riccardo Bocalon, si liberava di quella maglia numero 24, per scappare ancora da quel deserto e trovare riparo nel cuore di una classifica sempre più spaccata tra inferno e paradiso. Così, negli ultimi giorni d’aprile, la Salernitana si riscopre passionale, quasi buffa, come Fantozzi che si tuffa in una piscina senz’acqua, come Zito che si liberava della maglia numero 8, forse anche lui voleva scappare da quel deserto. Eppure, com’è che si dice? In amore vince chi fugge? A chi resta tocca contemplare Salernitana-Brescia, 6 reti e la stessa presa emotiva di un 60enne affamato di pallone che guarda Dirty Dancing. Si apre l’ennesimo dibattito, come ogni anno, sulle presenze all’Arechi, un “conteggio” che ha preso piede esclusivamente nell’era Lotito-Mezzaroma, nonostante fossero anni differenti, mai in passato veniva vissuto con così angosciante attesa il responso sui ticket venduti. Ebbene la Salernitana adesso, a due gare dalla chiusura ha in media circa 2mila spettatori in meno rispetto alla passata stagione, circa 3mila in meno rispetto al primo anno di B. Una media di 9mila spettatori quest’anno, nonostante tutto, superiore a Perugia, Palermo, Pescara, Cremona, Brescia, Spezia, Empoli e tante altre. Dieci anni fa la Salernitana rivedeva la B con una media di 11.500 spettatori, la stessa identica media di circa 20 anni prima, nel secondo anno di B dopo la retrocessione dalla A, nel 2000/2001. Ma questi, dopo tutto, sono solo numeri, non come il malcontento, non come la passione. “Amor tussisque non caelatur”, lo diciamo in latino tanto..

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