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Tattoo ai tempi del Covid, fantasia e sicurezza i “poteri” dello Studio Puffo Brontolone

Elena e Michele dello studio di tatuaggi salernitano si scagliano contro gli abusivi e affrontano la riapertura con ironia e spirito creativo

Gianni Fiorito

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Il Covid19 e la sua lunga quarantena hanno danneggiato vite di persone e di attività economiche. Vi è un lavoro in particolare che è stato preso di mira dal terribile virus: il tatuatore. Fare il tatuatore ai tempi del Coronovirus è un atto di coraggio e di determinazione nel proseguire non solo la propria attività, ma prima di tutto la propria passione artistica. Per spiegare bene la delicata situazione, abbiamo incontrato la fantastica tatuatrice Elena Adinolfi e il suo collega Michele Battimelli. Elena e Michele lavorano insieme nel loro “Studio Puffo Brontolone”, situato nel centro di Salerno, in via Francesco Paolo Volpe 9.  “Il Coronavirus con noi tatuatori ha preso un vero e proprio appuntamento ed è arrivato anche puntuale” scherzano così Elena e Michele, raccontando con ironia la love story tra tatuatori e Covid19.

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“Il virus è arrivato precisamente nei mesi in cui l’attività dei tatuatori diventa più intensa e produttiva, poiché moltissime persone decidono di tatuarsi in vista della stagione estiva, nei mesi tra marzo e maggio. In estate solitamente non si lavora molto perché i tatuaggi appena fatti hanno bisogno di determinate cautele e precauzioni”. Per lo Studio Puffo Brontolone questo lungo stop ha comportato disagi, perdite e soprattutto ritardi. Infatti, Michele ci ha spiegato che “con la riapertura è cominciato il recupero delle prenotazioni precedenti alla quarantena, ma vi è un blocco totale per la nuova clientela”. La tatuatrice Elena ci ha esposto anche le difficoltà che sta incontrando per la realizzazione dei tattoo: “Il tempo per ogni tatuaggio varia in base alle caratteristiche di quest’ultimo, più è grande e complesso più ci vorrà tempo, anche in più sedute. Molto spesso è necessario rimandare alcune richieste date le difficoltà organizzative e logistiche.”

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Per quanto riguarda le norme di prevenzione del contagio e di sicurezza, Elena e Michele non hanno avuto esitazione nel dirci:”Ogni studio di tatuaggi ha già moltissime regole rigide dal punto di vista della sicurezza e della tutela sanitaria. Il nostro studio non ha dovuto reinventarsi, si è solo munito delle ulteriori protezioni previste a causa del rischio Covid19, anche perché i tatuaggi sono realizzati a stretto contatto con il corpo del cliente. Il pilastro della nostra attività è la garanzia della sicurezza igienico-sanitaria sia per chi opera e sia per i clienti. Noi non perdiamo occasione per fornire utili consigli ai clienti che mirino alla loro salvaguardia e a massimizzare la qualità del nostro lavoro creativo”.

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Proprio partendo da questi capisaldi, Elena e Michele si scagliano contro i tatuatori abusivi che mettono a rischio la salute dei clienti, non rispettando le regole sanitarie prescritte per i tatuaggi, in barba anche a qualsiasi norma anticovid19: “Con la chiusura degli studi, molti abusivi hanno provato ad approfittarne lavorando nelle case e reperendo quei clienti che erano rimasti in sospeso. I tatuatori abusivi, oltre a procurarci un danno economico per la perdita dei nostri clienti, minano l’affidabilità del nostro mestiere, penalizzano chi rispetta le regole e si prestano senza scrupoli a lavori che mettono in pericolo la salute, soprattutto in questo periodo di pandemia. Ci auguriamo tutti maggiore tutela e repressione contro l’abusivismo.”

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La tutela del lavoro è una questione spinosa sia in generale che per il Coronavirus, a parlarcene è Michele: “A causa della quarantena sono venuti meno i guadagni, ma almeno vi è stato l’aiuto dalla Regione per sostenere le spese. Noi tatuatori dovremmo avere salvaguardie precise e un riconoscimento idoneo per la nostra categoria perché attualmente siamo erroneamente associati a centri estetici e barbieri. Vi è un assoluto bisogno di specificità per lavorare e attrezzarsi al meglio.”

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Infine, abbiamo chiesto all’artista Elena quali diversità e differenze vede nel suo lavoro artistico, prima e dopo l’emergenza Covid19: “Attualmente le prenotazione sono solo telefoniche o online e vi è il divieto d’ingresso per l’accompagnatore di coloro che dovranno tatuarsi. Le sanificazioni sono continue e non ci sono stati altri cambiamenti nello svolgimento del mio lavoro. Non so ancora se ci saranno particolari richieste di tatuaggi collegate al Coronavirus. Posso dire, però, che la quarantena ha avuto diversi effetti su tatuatori e clienti. Come tatuatrice io ho sfruttato questo periodo di stop per affinare al meglio i bozzetti dei tautuaggi che mi erano stati commissionati, dando maggiore sfogo al mio estro artistico e alle varie richieste o spunti creativi.

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I clienti, invece, hanno preso maggiore consapevolezza del disegno e del tipo di tatuaggio da imprimere per sempre sulla propria pelle: è stata una sorta di pausa di riflessione che ha permesso di acquistare maggiore sicurezza e decisione”. L’emergenza Coronavirus per tanti versi resterà come un segno indelebile nella vita delle persone, ma l’arte e la creatività dei tatuaggi di Elena sapranno coprire quelle cicatrici con tanta fantasia e speranza.

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