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“Da Calcedonia e Rione Petrosino la droga per la città di Salerno” – VIDEO

Scoperto dall'Antimafia un sistema di spaccio organizzato in ogni dettaglio, dal linguaggio in codice alle consegne a domicilio.

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L’operazione eseguita dagli agenti della Squadra Mobile

La Squadra Mobile della Questura di Salerno in mattinata ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal gip del tribunale di Salerno che accolto le richieste della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 15 indagati gravemente indiziati dei reati di traffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

La perquisizione

Nel corso delle perquisizioni disposte dalla Procura, la polizia giudiziaria ha tratto in arresto in flagranza di reato uno degli indaganti non destinatario di misure cautelari, trovando nella sua abitazione un bilancino di precisione, della sostanza stupefacente e della sostanza da taglio.

“Il sistema”

Le indagini dirette dalla direzione distrettuale Antimafia e svolte dalla Squadra Mobile di Salerno, con la seconda sezione di contrasto alla criminalità diffusa, straniera e prostituzione, mediante intercettazioni hanno permesso di ricostruire le fasi della filiera dello spaccio e i compiti di ogni indagato all’interno dell’organizzazione.

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Il quartier generale

In particolare gli odierni arrestati avevano costituito due distinti gruppi criminali con basi operative nel quartiere del rione Petrosino e Calcedonia e spacciavano cocaina eroina e metadone sull’intera città di Salerno ed anche in alcuni comuni limitrofi.

Le telefonate

Entrambi sodalizi avevano organizzato un vero e proprio call center con utenze telefoniche dedicate dove ricevevano le richieste di sostanza stupefacente e gestivano le successive consegne che avvenivano attraverso altri pusher, i quali si spostavano come dei veri propri fattorini utilizzando ciclomotori che cambiavano quasi giornalmente per raggiungere i luoghi concordati.

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Linguaggio in codice

Alcune cessioni avvenivano direttamente al domicilio di tossicodipendenti ristretti in regime di arresti domiciliari. Per non essere scoperti, la prenotazione della sostanza stupefacente era effettuata utilizzando un linguaggio in codice. La cocaina era chiamata “bianco” o “veloce”, l’eroina veniva chiamata “scuro” o “lento” mentre il metadone veniva chiamato “sciroppo”.

Gestione “familiare”

Alcuni indagati gestivano le attività illecite con l’apporto di altri familiari, infatti, alcuni arrestati sono uniti da vincoli parentali, altri sono coniugati tra loro o conviventi.

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