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Pisciajuoli d’aprile e i soldati di Ungaretti, il destino in 30 giorni

Si apre il mese più importante per i granata, 6 partite in 30 giorni, 10 ore di fuoco come viaggiare dall'alba al tramonto

Marco Rarità

Non è neanche passata la mezz’ora del primo tempo tra Salernitana e Bari, il mediano ghanese prende palla sulla destra e mette al centro. Il difensore biancorosso anticipa il numero uno del Bari in uscita, la palla si alza. Fermate tutto, “premete” pausa, fate qualcosa, perchè anche questo è un beffardo accanimento del fato. Non bastano le mancanze strutturali e gli errori commessi da chi ha costruito questa “armata”, la sfortuna attinge anche quando non te lo aspetti, nel buonsenso di chi sa benissimo che quel pallone lo scorso anno sarebbe sceso dritto come la pioggia sulla testa di Calil, facile, per appoggiare in rete. E tutta quella gente lì, come i soldati di Ungaretti, “come d’autunno sugli alberi le foglie” hanno visto la traversa palleggiare con la palla, invece di farsi baciare da Coda. Una azione, una semplice azione è anche lo specchio di una annata. Si apre oggi la porta al mese più importante, trenta giorni per sei partite, forse più di 570 minuti, poco meno di 10 ore, il tempo di passare dall’alba al tramonto in una sola giornata. Con tutti quei disperati e romantici soldati di Ungaretti che ancora ci credono che alla fine sì, glielo facciamo noi il pesce d’aprile.

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