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Il presente e il futuro degli spazi rigenerati: verso istituzioni culturali di comunità

Sabato 23 febbraio, Teatro Pasolini

Alfonso Maria Tartarone

A partire dall’inizio di questo secolo le trasformazioni delle città hanno generato spazi ed edifici inutilizzati. Parliamo di ex uffici, ex scuole, ex mercati, ex depositi ferroviari, ex caserme, ex-fabbriche, ex-conventi, ex-carceri, ex-chiese. Un immenso e diffuso patrimonio immobiliare di cui sappiamo molto poco. Tuttavia si tratta di un patrimonio potenzialmente disponibile per assolvere nuove funzioni che ridisegnino le città. Un fenomeno, quello del patrimonio dismesso, che accomuna grandi, medie e piccole città, il Nord come il Sud del Paese. Per certi versi è uno dei tratti che unisce la città contemporanea. In questo contesto si inseriscono centinaia di progetti di rigenerazione di spazi pubblici abbandonati o non utilizzati per iniziativa delle organizzazioni del Terzo Settore. Esperienze fondate su pratiche collaborative che hanno generato valori relazionali ed ecosistemi abilitanti in cui si coglie la dimensione generativa della cultura, della socialità, dei servizi alle persone, della qualità urbana, degli spazi pubblici. Ci sono ormai molti casi di successo rintracciabili in ogni angolo del Paese. Anche a Salerno, a partire dall’esperienza promossa da BLAM Aps con l’ex-chiesa dei Morticelli, si vanno diffondendo esperienze di rigenerazione urbana promosse dalle organizzazioni del Terzo Settore. Il 23 febbraio, a partire dalle ore 10, presso la Sala Pasolini, si terrà un evento nazionale dal titolo “Il presente e il futuro degli spazi rigenerati: verso istituzioni culturali di comunità”. Promosso dalla Rete delle Culture, unica organizzazione nazionale che riunisce Enti del Terzo Settore che operano in ambito culturale e sociale, in collaborazione con il Comune di Salerno, la Fondazione con il Sud e il Forum del Terzo Settore, l’evento ospiterà oltre 20 esperienze provenienti dalle diverse regioni italiane che racconteranno la grammatica di processi che hanno cambiato interi quartieri delle città, promuovendo inclusione sociale, cittadinanza attiva, nuovi servizi culturali e sociali. Imprese culturali e creative senza scopo di lucro che contribuiscono al benessere delle città.
“Gli spazi rigenerati a cura delle organizzazioni non lucrative generano innovazione sociale e culturale, veri e propri laboratori di sperimentazione e innovazione che indicano una diversa maniera di pensare e gestire le città contemporanee, fuori dalle logiche dominanti del mercato (non dell’economia) e della speculazione immobiliare. Rappresentano una espressione dei cambiamenti possibili a scala locale e costruiscono capitale sociale. Per questo hanno bisogno di politiche pubbliche di sostegno e di un quadro normativo che assicuri la loro stabilizzazione e i necessari investimenti. Le Amministrazioni Comunali possono fare molto per diffondere e sviluppare queste esperienze”- ha dichiarato Ledo Prato, Presidente Nazionale della Rete delle Culture.

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