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FOTO – Ci move la passione: la grande stagione lirica, sinfonica e di balletto 2024

Teatro Giuseppe Verdi di Salerno. Gli scatti di Massimo Pica.

Alfonso Maria Tartarone

Anche quest’anno, nonostante le grandi difficoltà e la mutilazione economica subita, siamo riusciti -compiendo un grande sforzo produttivo ed artistico, grazie al continuo e incessabile sostegno della Regione Campania e dell’Amministrazione del Comune di Salerno- a presentare una bella e ricca stagione Lirica, di Balletto e di Concerti 2024.
Accompagnati dalla nostra inesauribile passione siamo pronti per la nuova stagione che, come di consueto, inaugura ad aprile.

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Si parte il 13 e 14 aprile con un musical di altissimo profilo artistico: My fair lady. La favola romantica più rappresentata e premiata al mondo sbarca a Salerno, con le sue musiche universali e le sue tematiche eternamente attuali, vestita di fascino e di nuovo e si annuncia come l’evento teatrale della stagione, con Serena Autieri protagonista. Il capolavoro di Lerner & Loewe’s si presenta in una luce del tutto inedita, attraverso le sue scene, i suoi protagonisti e il nuovo adattamento in italiano. Le canzoni, veri e propri diamanti incastonati nella storia della musica, vi faranno viaggiare in un sogno senza tempo. Le tematiche, legate al riscatto sociale, al diritto di amare, e al superamento di ogni tipo di barriere, aggiungeranno al divertimento riflessioni che ci riguardano tutti da vicino. My Fair Lady, da sempre, in tutto il pianeta, rappresenta il musical perfetto; impossibile non vederlo e sognare, impossibile non innamorarsi dei suoi protagonisti, impossibile non uscire dal teatro cantando.

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Sempre ad aprile, 26/28, si assisterà a La Bohème, opera lirica in quattro atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. Ispirato al romanzo di Henry Murger Scènes de la vie de Bohème, il libretto ebbe una gestazione abbastanza laboriosa. L’orchestrazione della partitura procedette invece speditamente. La Bohème, rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino, diretta dal ventinovenne maestro Arturo Toscanini, ebbe un buon successo di pubblico, mentre la critica ufficiale, dimostratasi all’inizio piuttosto ostile, dovette presto allinearsi ai generali consensi. Per il Massimo salernitano la regia sarà firmata da Plamen Kartaloff regista esperto già sovrintendente del Teatro Nazionale dell’Opera di Sofia,il Coro sarà preparato dal nostro Maestro del Coro Francesco Aliberti la direzione di Orchestra e Coro sarà, il tutto sotto la direzione del sottoscrtitto.In scena un cast stellare: Giovanni Sala, tenore che è attualmente una delle voci più ricercate dai principali teatri del mondo; Mario Cassi baritono dal timbro morbido e sontuoso; Mariangela Sicilia uno dei soprani più richiesti nello star system operistico.

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La stagione continua a maggio (17/19) con L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini.
Il testo di Angelo Anelli, un dramma giocoso in due atti appartenente al genere dell’opera buffa, era già stato musicato nel 1808 da Luigi Mosca e si ispirava vagamente ad un fatto di cronaca realmente accaduto: la vicenda di Antonietta Frapolli, signora milanese rapita dai corsari nel 1805, portata nell’harem del bey di Algeri Mustafà-ibn-Ibrahim e poi ritornata in Italia. Com’era d’uso comune allora, un Rossini ancora solo ventunenne riprese lo stesso libretto e compose l’opera in tutta fretta. Per la perfetta commistione fra sentimentale, buffo e serio, l’opera è stata definita da Stendhal come “la perfezione del genere buffo”.
A dirigere la compagine salernitana ci sarà la bacchetta di Gaetano Lo Coco, una giovane promessa. La regia sarà a cura di Sarah Schinasi, regista lirica dallo sguardo attento e delicato. In scena si alterneranno tra le più belle e richieste voci del panorama internazionale: Juan De Dios Mateos cantante lirico spagnolo, classe 1989, che si è imposto tra i tenori della sua generazione come il migliore interprete del repertorio rossiniano e belcantistico; Carlo Lepore – la sua vasta carriera internazionale prosegue tutt’oggi nei maggiori teatri lirici d’Italia e del mondo, con un vasto repertorio che spazia dal Barocco sino al Novecento, interpretando i grandi ruoli da basso, nonché baritono, di genere sia buffo che serio; Marco Filippo Romano, giovane baritono dalla voce intensa e piena, coniuga una notevole presenza scenica; Mariam Battistelli, soprano italiano di origine etiope, dalla voce limpida e luminosa. E ancora in scena, Elmina Hasan è un mezzosoprano di Baku, in Azerbaigian, la cui voce ricca di sfumature e di intensità è stata premiata in numerosi concorsi internazionali.

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A maggio (27/29) “Avvenne a Napoli – Passione per voce e piano” è un concerto sospeso tra la migliore tradizione e innovazione italiana. Eduardo De Crescenzo, già icona di eleganza, già espressione di moderna classicità, interpreta per la prima volta la Canzone Classica Napoletana del periodo largamente indicato tra il 1800 e il 1950.
Un progetto per raccontare alle nuove generazioni un miracolo che avvenne a Napoli, quando musicisti pregevoli e grandi poeti intrecciarono i loro talenti e la canzone si fece “Arte”. Crearono un repertorio, figlio dell’Opera – ma anche sua moderna evoluzione – per inventare la “forma canzone” così come la pratichiamo ancora oggi. Accompagna questo viaggio magico il pianoforte talentuoso e internazionale di Julian Oliver Mazzariello.

A novembre (8/10) il cartellone del Lirico mette in scena L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti opera che costituisce il suo primo capolavoro in campo buffo in cui si definisce una personale cifra stilistica rispetto al dominante modello rossiniano, Donizetti potè usufruire dell’ottimo libretto di Felice Romani, garbato ed elegante, fluido nella conduzione della vicenda pervasa da una vena sentimentale, con personaggi genuini e ben tratteggiati. Sul podio a dirigere la compagine orchestrale Jacopo Sipari di Pescasseroli, firmerà la regia Riccardo Canessa.
Per le recite saranno selezionati, tramite audizioni con il dipartimento di Canto del Conservatorio, i solisti tra gli allievi del Conservatorio di Musica “Giuseppe Martucci” di Salerno.
È questa un’iniziativa impegnativa che si innova, anno dopo anno, e che sancisce il legame sinergico degli enti coinvolti, e pone i giovani al centro di un progetto ambizioso: far conoscere e far sperimentare agli studenti del Conservatorio una realtà lavorativa importante e prestigiosa. Comprendere, attraverso l’esercizio pratico, il sacrifico, la dedizione e la passione per la loro professione. E permette, altresì, di individuare talenti e di intensificare potenzialità.
In scena Orchestra e Coro del Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Martucci” di Salerno.

A dicembre, 7/8, appuntamento con il balletto natalizio per eccellenza: Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij un balletto che da più di un secolo ha affascinato e continua a affascinare il pubblico di ogni età.
E’ considerato tra i maggiori capolavori del balletto dell’Ottocento, testamento artistico di Marius Petipa. Tuttavia dell’originale storia de Lo Schiaccianoci rimane più che altro l’intreccio della vicenda. Petipa infatti decise di adattare la storia per il libretto utilizzando come base anche Il Racconto dello Schiaccianoci di Alexandre Dumas. La versione più poetica della storia di Hoffmann, in quanto stemperava gli elementi più inquietanti del racconto rendendo il tutto una deliziosa favola. Petipa aveva dunque trovato la giusta formula affinché il racconto di Dumas divenisse uno spettacolo di grande incanto. Elaborava un libretto in cui la vicenda rimaneva in secondo piano rispetto all’atmosfera fiabesca del Natale nella quale esaltare i sentimenti d’amore e gioia nostalgica. Per completare il progetto Petipa si rivolse a Petr Ilic Cajkovskij. Tuttavia non sfuggiva a Petipa la raffinatezza timbrica e la suggestione ritmica del grande musicista ed infatti il secondo balletto, La bella addormentata, si rivelò un trionfo e convinse il musicista a tentare una terza avventura con Lo schiaccianoci.
Étoile ospiti: Marta Petkova, Emil Yordanov.
In scena il Corpo di Ballo del Teatro Nazionale di Sofia.

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La stagione operistica si congeda a dicembre (26/28) con il capolavoro verdiano, La Traviata. È l’opera con cui Verdi compie una scelta decisamente forte e innovatrice rispetto al panorama classico del melodramma italiano. Nelle prime due opere che compongono la “trilogia popolare”, ha scelto come protagonisti un buffone di corte appassionato (Rigoletto) e una zingara assassina (Il trovatore), nella terza decide di mettere in scena un dramma che ha come protagonista una prostituta, ispirato ad un fatto realmente accaduto a Parigi e descritto nel “La Dame aux camèlias” di Alexandre Dumas figlio. L’idea del melodramma arrivò al compositore come una folgorazione, nel febbraio 1852 durante la prima recita parigina del dramma amoroso che l’autore francese aveva tratto dal proprio romanzo autobiografico. Le passioni travolgenti, la storia di un amore tormentato e la scabrosità del soggetto non sfuggirono alla curiosità compositiva di Verdi. Dal podio Francesco Ivan Ciampa dirigerà l’Orchestra Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi”; alla regia Giandomenico Vaccari artista dal gusto raffinato ed elegante.
In scena nel ruolo della protagonista Irina Lungu soprano capace di regalare al pubblico virtuosismi stellari e la perfezione di un canto pulito e puntuto, nel ruolo di Alfredo il tenore Valentyn Dityuk, voce calda ed intensa che calca le tavole dei maggiori palcoscenici internazionali, Giorgio Germont sarà interpretato dalla voce imponente robusta e rotonda del baritono Simone Piazzola.

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