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Vento di guerra, il fallimento del sogno europeo

Inevitabile terzo conflitto mondiale

Pasquale Petrosino

Editoriale di Pasquale Petrosino | Qualcuno afferma che la guerra è la naturale attitudine della natura umana, la livella che serve a normalizzare ciò che, magari, è sfuggito di mano. Affermazioni che non trovano terreno nei cuori di chi la guerra l’ha vissuta, di chi porta impresso il terrore di un esistenza lacerata dalla non logica degli armamenti. Uno scenario che, dopo gli orrori del Novecento, avremmo voluto fare a meno di vedere e rivivere. La storia non ha insegnato nulla. Invano i morti hanno versato il loro sangue, invano hanno tracciato un sentiero per la libertà, un sentiero di cui abbiamo perso le tracce e di cui non sappiamo più l’esistenza. Il sogno Europeo è svanito in un colpo di spugna, rivelando la precarietà di un sistema che non è in grado di difendere la pace e la libertà: i bambini morti sotto le bombe sono il segno tangibile di questa sconfitta. Mai più guerre, ci siam promessi! Mai bugia fu così grande. Così mentre promettevano pace, costruivano e vendevano armi. Perché fabbricare armi per venderle se ci schieriamo dalla parte della pace? Siamo tutti carnefici! Siamo tutti pronti alla guerra e della pace, costruiamo solo vessilli, effimeri, per creare consensi. Ci siamo nascosti per troppo tempo dietro i buoni propositi di pace e democrazia, costruendo di fatto le fondamenta di un nuovo e totalitario sistema. Un sistema che non ha mai considerato la pace ma ha costruito, nel sottobosco del consenso, venti di odio e sottomissione. L’Ucraina siamo noi, così come siamo noi la Russia! Anche oggi, per colpa di un solo uomo il patto fraterno si è dissolto come pula al vento. L’occidente guarda e risponde a suon di sanzioni che, forse, non schiacceranno il nemico e così mentre si studia il piano per una tregua i morti aumentano e così aumenta il macigno sul cuore di chi non è in grado di fronteggiare l’assurdità. Una voce si eleva “Caino dov’è tuo fratello?” Caino risponde: “è qui! Morto, schiacciato dall’ingordigia del possedere, dalla follia della supremazia. Venti di guerra si sono elevati sul mondo intero. Siamo entrati, per chi non si è reso ancora conto, in una terribile guerra. Qualcuno doveva fermare il “dittatore rosso”. Non c’è progresso se permettiamo alla guerra di entrare nella nostra vita. Abbiamo fallito, ancora un volta! Ancora di più! La storia ritorna ad affacciarsi, irruente, sulle nostre vite. I popoli cominciano a scagliarsi l’uno contro l’altro e così la distruzione si avvicina. Tornerà la pace? Forse! Ma una cosa è certa, fin quanto fabbricheremo armi non saremo mai abbastanza lontani dalla guerra, ma parte integrante di un sistema che con le armi distrugge ciò che costruisce, cancellando, storia, monumenti, case, ricordi e vite.

 

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