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Un calcio alla iella, Verdi a Salerno per tornare ad essere un gigante

Il trequartista amato da Sarri e "figlioccio" di Donadoni, da tre anni vive di poca luce in campo ma ha fatto vedere di poter brillare

Arriva a 29 anni suonati, come un giro di lancette, la possibilità di riscatto di Simone Verdi. Ambidestro, nato in una cittadina dell’oltrepò pavese, la sua Broni l’ha lasciata da ragazzino per inseguire il sogno sui campi di calcio.  Da allora ben 190 gare in A, 27 reti, oltre 70 partite in cadetteria e una esperienza anche in Liga con l’Eibar. Trequartista naturale, può giocare su tutto il versante avanzato, anche come seconda punta ma è dietro gli attaccanti che si è sempre espresso al massimo ed è salito alla ribalta nazionale con la maglia del Bologna in due stagioni da incorniciare. Poi il buio, poco e niente a Napoli, pochi alti e tanti bassi a Torino dove però ha visto il campo con maggiore continuità, meno nell’ultima annata (tra covid e problemi muscolari) solo 3 presenze, manciate di minuti. Lo ha allenato anche Fabrizio Castori a Carpi, nell’esperienza in massima serie dei biancorossi. A farlo giocare più di tutti? Maurizio Sarri, ai tempi dell’Empoli, come trequartista puro spesso dietro Tavano e Maccarone. Riscatto perchè? Perchè gli ultimi tre anni hanno segnato la fase del ragazzo che sembrava in ascesa, Salerno per lui può rappresentare davvero una rinascita in un momento sicuramente delicato della carriera.

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