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UFFICIALE – Davide Nicola è l’allenatore della Salernitana, il profilo di un leader da spogliatoio

La sua tesi a Coverciano nel 2012 uno spartiacque sull'approccio mentale con e per i giocatori, dal gruppo alla leadership e una continua ricerca delle motivazioni che possono "superare" anche i mezzi a disposizione

E’ Davide Nicola il nuovo allenatore della Unione Sportiva Salernitana 1919, scelto da Walter Sabatini ma anche e soprattutto da Danilo Iervolino che non ha voluto “abbandonarsi” all’idea di provarci del tutto, nonostante tutto, alla salvezza dei granata. Una vita “nascosta” dai riflettori ma con doti psicologiche intense, capace di catalizzare l’attenzione sia nello spogliatoi che ai microfoni, gestione del gruppo e gestione del campo, i capisaldi di un lavoro professionale su cui Davide Nicola ha puntato tutto. La sua vita viene travolta da una tragedia familiare nel corso dell’ennesima stagione calcistica ed lì, in particolare, che Nicola dimostra di essere l’uomo da doti indiscusse prima ancora che allenatore. Nel 2012 la sua tesi a Coverciano traccia un solco con il passato, porta una nuova tendenza che sarà seguita a ruota da tanti altri tecnici moderni, tra i quali anche Simone Inzaghi e Fabio Liverani (anche quest’ultimo nel roster degli allenatori contattati). A Coverciano viene giudicato aggiungendo la lode al 110/110, la sua “Leader.. si nasce o si diventa?” lancia un approccio diverso e psicologico nella comunicazione con il gruppo e i singoli giocatori, una “chiave” diversa nel calcio moderno dove conta la tattica quanto la testa, l’approccio quanto i mezzi, la mentalità, relazione presa in dote anche da mental coach oltre Oceano, in Nba ad esempio dove giocano ogni 3 giorni e la testa non può permettersi di volare via dal parquet. Uomo da bici, pedalate e vento in faccia, uomo da sfide e cariche emozionali che è stato capace di trasmettere e una frase che citò quando conobbe nell’ottobre del 2019 Alex Zanardi: “Spesso impossibile è soltanto una scusa che la nostra mente produce per evitarci di affrontare un ostacolo più alto del solito”. Nelle sue passate esperienza Davide Nicola si è spesso espresso anche su un concetto molto caro ai tifosi granata, ribadito anche in questi primi giorni dell’era Iervolino, il senso di appartenenza. Nicola ha più volte menzionato il senso di appartenenza nella ricerca del risultato per sentirsi parte integrante di un territorio e di un progetto che in questo caso va ben oltre una salvezza in massima serie, forse anche per questo è stato scelto il mister di Luserna San Giovanni.

Come giocherà la Salernitana di Nicola?

Difficile prevedere in toto lo spartito tattico che Davide Nicola potrà realizzare per la Salernitana. Il tecnico piemontese ha più volte dichiarato di non avere preferenze per nessun modulo ma di ritagliare quello più consono ai calciatori in rosa. Con lui si è imposto bene, ad esempio, Rodrigo de Paul modificando il suo raggio d’azione dall’esterno del campo all’interno giocando anche a ridosso delle punte. In parte discorso simile anche per Schiattarella che è stato valorizzato in un ruolo in mezzo al campo. Nicola ha avuto anche Mamadou Coulibaly ad Udine, con lui però non ha mai trovato spazio. Il suo Lumezzane vinse anche a Salerno nel 2010, era la Salernitana di Roberto Breda. Nicola ha ottenuto risultati importanti nei “numeri” anche a Bari dove spesso adottava un 4-3-1-2 (centrocampo a rombo) oppure un 4-3-3 con Rosina regista avanzato. Verdi, in particolare, nell’anno al Toro è stato disposto in più ruoli dal tecnico, ha giocato da trequartista così come da seconda punta, Nicola gli ha ritagliato anche un ruolo speciale da mezzala di qualità sfruttando i suoi inserimenti.

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