“Perciò sentite, mi guadagno da vivere facendo affari, potete stare calmi e accettare la mia offerta, o pagarne le conseguenze, plata.. o purpo”. Non era proprio così ma mi sembra di averla già sentita, la trasposizione diretta di come potrebbe essere andata. Che mentre Alejandro “tirava” mancavano 103 giorni alla fine dell’anno, improvvisamente il tempo si è fermato. A Terrassa, in Catalogna, negli ultimi 70 anni sono nati e cresciuti 2 calciatori: uno è Xavi, l’altro lo teniamo noi. Questo non è calcare la mano, anzi, diamo un mantello a questo ragazzo, è un supereroe. La sua impresa, sfatare la pantomima del “manico” a chi di alibi non vuol sentire parlare.
Bollini ha le sue colpe (come dicono quelli bravi) eppure si ritrova la stessa difesa dello scorso anno, rinforzata con il solo Pucino che a maggio è retrocesso con il Vicenza.
Spesso si confonde il concetto di dignità, non significa sapersi accontentare, dignità calcisticamente parlando non è neanche voler “alzare” l’asticella, dignità è “non vivere” la mortificante sensazione che in questo campionato non si possa andare oltre il pareggio a Vercelli.
