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Tra i pali, guantoni e passione: nasce a Salerno la scuola portieri Ar14

L'intervista al preparatore dei portieri Antonio Ragone che ha aperto una scuola prettamente dedicata alla crescita calcistica e umana nel ruolo del portiere

“Tra i pali si vive meglio..”.

Se bastasse una frase per descrivere uno stile di vita e una passione, queste parole sarebbero legate, indiscutibilmente al percorso di Antonio Ragone, salernitano, ad oggi preparatore dei portieri dello Sporting Audax San Severino. Antonio ha coltivato e nel tempo realizzato un sogno, quello di aprire una scuola prettamente per portieri, la AR14.

  • Chi è Antonio Ragone?

“Sono una persona che ha sempre messo e metterà sempre l’anima nel calcio perché per me é un modo per crescere personalmente e professionalmente. Con i miei metodi provo a contribuire alla crescita dei miei portieri, cercando di farlo in maniera professionale come mi è stato insegnato.

  • Quando è nata la passione per il ruolo del portiere?

“Ho iniziato a giocare a calcio come portiere a 7 anni, in strada. Successivamente sono entrato a far parte del gruppo della Scuola Calcio Nuova Salerno di ( Elio Vicinanza) e poi in varie squadre e dopo un infortunio abbastanza complicato ho giocato a calcio 5 in serie C1″.

  • Quando hai iniziato ad allenare?

“Ho iniziato ad allenare i portieri nel 2010 in varie Scuole Calcio tra Cava Dé Tirreni e Salerno. Terzo anno consecutivo allo Sporting, quali strade ti hanno portato in questa Società? ” Ho sempre avuto il desiderio di intraprendere questo percorso e grazie all’attuale Ds Elio Vicinanza e al Presidente Luigi Abate, due persone straordinarie dentro e fuori dal campo é venuta fuori la possibilità di far parte di questa società, che mi ha dato e mi sta dando la possibilità di farmi conoscere, senza dimenticare ovviamente tutto lo staff dirigenziale” .

  • Cosa ti piace del ruolo del portiere?

“Il portiere ha una responsabilità assoluta, come dico sempre ai miei ragazzi ” se sbaglia l’attaccante può rifarsi, se sbagliamo noi è goal, questa pressione non deve spaventare o creare insicurezza, anzi deve essere trasformata in forza”.

  • Quali sono le priorità per un preparatore dei portieri?

“Direi, almeno per quanto mi riguarda, una conoscenza a 360 gradi del gioco del calcio e in questo mi hanno aiutato i vari allenatori che ho conosciuto e in modo particolare l’attuale Mister dello Sporting Giovanni Esposito, con esperienze tra i professionisti, sono 2 anni che collaboro con lui ed ho avuto modo di ottimizzare le situazioni di gioco che può affrontare un portiere durante la gara, ma non solo questo anche la preparazione di un allenamento, la gestione generale e cercare di fare e affrontare tutto sempre in maniera professionale”.

  • Come vengono strutturati gli allenamenti?

“Tutto insieme al mister, cerco di incastrare la mia seduta con la sua. Quali sono gli esercizi che mettono più in difficoltà i portieri? ” Dipende dagli esercizi e dal livello del portiere, ci sono quelli mirati sulla coordinazione oppure alla reattività”.

  • La prima cosa da correggere in un portiere?

“La postura e la posizione! Inoltre, qualcuno, ed è una cosa che non sopporto, infatti i miei non la fanno, tendono ad appoggiarsi al palo nei momenti morti ma devono capire che il portiere deve stare sempre dentro la partita, sempre dentro al gioco e non si può permettere di distrarsi”.

  • Ma come è nata l’idea di realizzare una scuola per portieri?

“E’ nato tutto quando ho iniziato ad allenare, già dal primo periodo di scuola calcio, alla Rinascita Cava 2000″.

  • Come è suddivisa strutturalmente la scuola portieri Ar14?

“E’ divisa in tre fasce, piccoli, adolescenti ed adulti. E’ aperta anche alle donne, mi sembrava una cosa interessante, anche perchè conosco diverse ragazze che giocano a calcio. Si parte dai 5 ai 6 anni fino ai grandi, diamo anche la possibilità ai portieri che in estate sono fermi di fare un pre-ritiro”.

  • Come mai Ar14?

“Il ruolo del portiere per me è una passione incredibile, ho anche un tatuaggio dietro la schiena. Ho esordito a 14 anni, mancava poco alla fine, mi diedero la 14 perchè non c’erano altre maglie disponibili. Poi dovevo sposarmi il 7 ma è stato tutto spostato di una settimana, quindi il 14, anche mio figlio è nato il 14 ottobre del 2014. E’ un numero che mi accompagna da tanto tempo”.

  • C’è un preparatore a cui ti ispiri?

Per come organizza gli allenamenti e organizzazione penso a Filippi, il preparatore della Juventus, per la gestione anche delle categorie che allena”.

  • C’è un portiere a cui fai riferimento?

“Non ci sono portieri in particolare, a parte Buffon, in passato mi piaceva tanto Peruzzi, Mazzantini, c’è stato un periodo in cui apprezzavo tanto Frey, Kahn del Bayern Monaco, Peter Schmeichel, il padre di Kasper che è bravo ma preferivo il papà. Spesso con i portieri della mia squadra facciamo riferimento a immagini di gioco, errori o movimenti, analizziamo insieme le immagini”.

  • Quali sono gli aspetti da curare con meticolosa attenzione nella formazione di un portiere?

“Sicuramente un aspetto fondamentale sul quale lavorare è quello della testa. Ritengo molto importante la concentrazione che deve tenere il portiere per tutta la partita”.

  • Quali sono i requisiti fondamentali che deve possedere un buon preparatore dei portieri?

“Deve avere una buona preparazione, aggiornarsi sulle nuove tecniche, trasmettere fiducia ai portieri e una su tutte conoscere il calcio in tutte le sfaccettature”.

  • Cosa significa per te essere un portiere?

“Avere responsabilità e fiducia in sé stessi che poi si trasforma in soddisfazione sia in campo che nella vita”.

  • Essere un preparatore dei portieri vuol dire…

“Trasmettere la tecnica, la passione, l’amore per un ruolo bellissimo ma altrettanto complicato e ricco di adrenalina. A me ne da ancora tanta, soprattutto quando uno dei miei ragazzi mi da soddisfazione”.

  • Cosa pretendi dai tuoi portieri in allenamento e in partita?

“Negli allenamenti pretendo che siano motivati, attenti, concentrati e disposti ad apprendere . Per questo motivo il preparatore ha la grande responsabilità perché tutto questo avvenga. Nelle partite pretendo che siano concentrati al massimo e che diano il massimo sempre anche in amichevole”.

  • Come vedi il tuo futuro?

“Spero di continuare a fare bene quest’anno nello Sporting raggiungendo grandi risultati con tutti i ragazzi e la società… poi è sempre il campo a parlare”.

  • A chi dire grazie?

“A mia moglie Antonella e a mia madre che mi hanno sostenuto e mi sostengono, a mio figlio che mi di la carica e un grazie speciale va lassù al mio papà”.

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