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“Ti parlerò d’amore”: lo spettacolo musicale conquista il Teatro Diana

Lo spettacolo andrà in scena nell'ambito della programmazione 2016 di "Casa del contemporaneo"

admin

Nell’ambito della programmazione 2016 di “Casa del contemporaneo”, il Teatro Diana ospiterà il terzo appuntamento della kermesse con lo spettacolo musicale “Ti parlerò d’amore”. Lo spettacolo andrà in scena da venerdì 5 a domenica 7 febbraio. Lo spettacolo rappresenta un viaggio indietro nel tempo di ottant’anni nella Berlino del 1936, mentre sono in corso le Olimpiadi: rinchiusi in un piccolo appartamento ingombro di valigie, i due personaggi di Ti parlerò d’amore – due cabarettisti, un uomo ed una donna – vivono una situazione d’attesa. Due vite legate l’una all’altra da un sodalizio artistico e da un amore incondizionato (coppia di fatto per reciproco interesse): lei sogna l’America e nega l’amara realtà che la costringe; lui sogna di raggiungere la libertà scappando a Parigi con lei, e cerca di dissuaderla dall’idea di restare confinata a Berlino, che lei ama moltissimo.
La tragedia della storia, le leggi razziali e il mostro del nazismo che incombe si intrecciano con leggerezza alle musiche di Kurt Weill, Friedrich Holländer, Robert Stolz, R.M.Siegel, George Gershwin, Irving Berlin, Giovanni D’Anzi e anche alle canzoni italiane del tempo.
“Se il piano reale vive di tensione, silenzi, piccoli litigi, confessioni inattese, l’unione artistica nel suo manifestarsi cerca di ricreare un’atmosfera ironica, sognante, fatta di canzoni e vecchi numeri di cabaret come fuga dalla brutalità dell’uomo – leggiamo nelle note di regia di Tommaso Tuzzoli – Un testo tra prosa e musica, un omaggio al mondo del cabaret tedesco e a quegli autori che dovettero fuggire dalla Germania per evitare le persecuzioni naziste. Un testo dove le canzoni assumono la funzione per i due protagonisti ora di dialogo ora di monologo. Gli arrangiamenti delle canzoni, eseguite al pianoforte dal maestro Corrado Gulin, seguono l’andamento emotivo degli interpreti. La scenografia realizzata da Pier Paolo Bisleri su cui si muovono i protagonisti rappresenta il perimetro della stanza dove si svolge la vicenda. Una stanza il cui freddo pavimento marmoreo rispecchia i lavori dell’architetto nazista Albert Speer, mentre la presenza delle valigie raccontano da un lato la condizione di chi vive il mondo dello spettacolo, dall’altro di chi è pronto alla fuga. La mancanza di pareti permette alla stanza di trasformarsi in un luogo surreale, sospeso. Le luci realizzate da Nino Napoletano creano atmosfere in bilico tra realtà, ricordo di un passato artistico e nuove speranze. L’utilizzo dei tagli di luce freddi e dei controluce ora sostengono la tensione e i silenzi ora disegnano lo spazio con delicati colori pastello da sogno. La storia di quegli anni ha mostrato l’uomo nel suo essere disumano, eppure quella catastrofe, deve sempre continuare a farci chiedere, guardandoci negli occhi, perché”.

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