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“Swept these streets”

Impopolari, antieroi, dannatamente formali

Marco Rarità

l'editoriale editoriale asalerno post

“Hope you moved your car. Swept these streets”. Non c’è bisogno di traduzione per chi conosce il contesto, quello degli States, in cui il “derby” di New York a canestro è andato oltre l’East River toccando Brooklyn. Sui social la bella dedica ai rivali di Manhattan e una, seppur minima, correlazione con quanto accade sulle rive dell’Irno vogliamo trovarla. Ieri un ragazzo di San Giovanni Rotondo ci ha pensato tre volte prima di lasciar andar via il pallone. Il risultato sono tre punti con lode, la Salernitana si conferma terza forza del campionato nel silenzio dei seggiolini freddi. E come una spazzatrice la vittoria lava tutto, anche la più recente batosta in Salento. Il dibattito è quello, inutile che ci giriamo intorno, tre scontri diretti e sarebbe stato bello davvero viverli in un contesto diverso: in tutti i sensi. La Salernitana adesso non è un quadro, è tutto un movimento artistico, è pop art dannatamente impopolare, è l’antieroe, piace solo a noi e a nessun’altro, ci sconvolge, destabilizza, non siamo neanche sicuri che ci piaccia davvero. Poi Castori non è Oldenburg ma ci ha preso gusto. Sei gare e si chiude il conto, come Buatti con Delle Chiaie, altro che New York qua ci piace essere formali: il museo chiude quando l’autore è stanco.

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