Si sono ritrovati a manifestare, questa mattina, lavoratori e direttori degli istituti di credito cooperativo salernitano dinanzi la sede della Federazione Campana Bcc. È la riforma che ha fatto scattare l’allarme anche per i “bancari” salernitani che sono scesi in piazza, così come i colleghi di tutt’Italia per difendere le Bcc e il futuro occupazionale di tanti impiegati agli sportelli.
A spiegare la questione il direttore della Bcc di Aquara Antonio Marino:
«Tutto parte dall’affermazione di Renzi sulla riduzione delle Bcc. Parliamo di 380 banche di credito cooperativo, mi sembra qualunquista come affermazione, non è un pollaio dove ci sono tante galline. Sono banche con storia secolare e considerate un isola felice all’interno del mondo bancario. Si sono guadagnate sul campo una credibilità e una efficienza. In questi ultimi tempi le Bcc hanno aumentato i loro sportelli e le altre banche li hanno ridotti, hanno aumentato il personale mentre le altre licenziano, hanno aumentato i crediti alla clientela mentre le altre banche li hanno esclusi».
Ha proseguito il direttore della Bcc di Aquara: «L’Europa non può controllare 380 banche ma una? È questo l’esatto contrario che vogliamo, queste banche sono cresciute sull’autonomia individuale, vogliamo anche confrontarci ma con un tempo stabilito e istaurando una commissione che possa portare avanti proposte per un efficienza maggiore, perché non esiste niente che non sia migliorabile. Non si può mettere in discussione un modello di business vincente, per questo siamo qui, per scongiurare questo che potrebbe significare anche un ridimensionamento occupazionale, soprattutto nel Sud Italia, non possiamo permetterci il lusso id mettere in discussione le Bcc – ha continuato Antonio Marino – Per una volta che i centri decisionali sono vicini a chi consuma vogliamo riportarli lontano dalla gente comune».
Lo sciopero di ieri ha fatto registrare il 100 per cento della chiusura degli sportelli, con intensa partecipazione dei lavoratori e del sindacato del settore.
«Scioperiamo a difesa del nostro contratto collettivo e del contratto integrativo regionale – ha spiegato Franco Di Dio della Fabi – la Federazione ha con atti scellerati disdettato questi contratti, io spero che nei prossimi giorni ci riconvochino e si proceda, in maniera spedita, al rinnovo dei nostri contratti collettivi e di quello regionale. Non possiamo permettere a nessuno di mettere le mani in tasca ai lavoratori e fare tornare indietro la categoria e i bancari indietro di quarant’anni».