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”Soprintendenza richiede a titolo gratuito attività educativa”

Scatta subito la denuncia della Rete della Conoscenza Salerno e della campagna ''Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali'', che chiedono il ritiro immediato del bando

admin

È notizia di oggi la pubblicazione da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino di un avviso pubblico, datato 25 febbraio 2016 e con scadenza fissata per il 14 marzo, per lo svolgimento a titolo gratuito di attività di educazione al patrimonio storico e artistico della città di Salerno . Pronta è stata la reazione della Rete della Conoscenza Salerno e della campagna ”Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali”, che chiedono che venga messo un freno allo sfruttamento del lavoro gratuito nel settore e che la Soprintendenza ritiri subito il bando. ”Che un ente pubblico, preposto alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale, faccia una proposta simile, già di per sé lascia basiti” – dichiara Leonardo Bison della campagna ”Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali” – ”ma ciò che rende straordinaria in negativo la vicenda è il fatto che un bando simile, quasi identico, fosse stato pubblicato poco più di tre mesi fa in data 10 novembre: a quel bando (in cui, essendo un bando per volontari, si auspicavano ma non si chiedevano titoli di studio) avevano risposto solo in tre, ed erano stati scartati tutti perché non abbastanza qualificati, e non disponibili a prestare gratuitamente servizi di segreteria, come riportati nel pubblico verbale. Non paga, la Soprintendenza ha riproposto un bando uguale, eliminando le parole meno gradevoli come ”call-center” e di riprovarci, sempre a titolo gratuito, sperando che qualcuno ci caschi, e si offra di prestare gratuitamente i propri servizi professionali”. ”Ci rifiutiamo di credere che una cosa del genere possa passare inosservata o restare priva di conseguenze. Ci auguriamo che la Soprintendente Casule faccia un passo indietro e la smetta di prodigarsi in comportamenti simili” – continua Bison – ”Se le mancano i soldi, dovrebbe andare a battere cassa presso i suoi superiori, invece di tentare disperatamente di spremere fino all’ultima goccia di sangue professionisti ignari, anche dopo che, per fortuna, questi hanno dato prova di non voler stare alle condizioni proposte”. Gli fa eco Matteo Zagaria della Rete della Conoscenza Salerno: ”Un bando del genere fa ancora più male sul nostro territorio, dove stiamo subendo da anni politiche incapaci di garantire la tutela del patrimonio storico-artistico e la sua fruibilità pubblica a tutta la cittadinanza; inoltre, l’avviso della Soprintendenza rappresenta uno schiaffo in faccia ai troppo giovani costretti a muoversi in un contesto di elevata disoccupazione giovanile e di precarietà crescente. L’altra faccia della medaglia sono politiche culturali insufficienti e troppo spesso determinate da poca trasparenza e logiche clientelari: è il caso dei fondi per la cultura del comune di Salerno, che difficilmente vanno ai progetti innovativi e che provengono dall’associazionismo giovanile. Auspichiamo che nessuno risponda al bando e che il MiBACT prenda le distanze pubblicamente dalla Soprintendente in questione e dai dipendenti che hanno ideato i due bandi, intervenendo per il suo ritiro e facendo avanzamenti reali sul piano della legislazione per il riconoscimento dei professionisti dei beni culturali, affinché casi del genere non si ripetano in futuro” – conclude Zagaria.

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