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Scorpione e Red Devil: ecco Lamin Jallow

SPECIALE #ASALERNO - "Chiamatemi Giallow.. come il colore", il sorriso e la timidezza, la storia del ragazzo di Banjul e di un sogno nato nei cinema

Marco Rarità

Scorpione nel sangue, Lamin Jallow, con quel nome tanto diffuso a Banjul, lo stesso di altre ben due frazioni ai lati del letto del fiume che spacca il Gambia. E’ nato nella città che rischia di sparire, la capitale gambiana infatti è sempre più “mangiata” dall’erosione, in una striscia di terra circondata dal Senegal, Lamin è cresciuto tra la capitale e Bakau, uno dei talenti più puri del paese è emerso in un viaggio in Italia. Con la rappresentativa giovanile del Gambia in un torneo a Perugia, impressiona l’avvocato Luigi Sorrentino sugli spalti, in particolare nel match contro l’Inghilterra e il San Marino. Sorrentino diventerà poi il suo agente, neanche pochi mesi e lo propone al Chievo Verona che lo “blocca” a doppia mandata. Il suo sogno lo ha coltivato negli anni più dolci, chi lo conosce parla di lui come un ragazzo sensibile, mai fuori le righe, un ragazzo che sa stare in gruppo ma non è mai invadente. L’Italia era lontana nel 2000 quando la famiglia lo accompagnava tra una cittadina e l’altra, passando sotto l’Arco 22, l’edificio più grande della Nazione con i suoi 35 metri, nel borsone sempre una maglia rossa, quella del suo grande sogno: il Manchester United. Tifoso dei Red Devils, Lamin Jallow, da piccolino si intrufolava nei “cinema” di Banjul dove talvolta trasmettevano partite di calcio, il più delle volte della Premier, così si è innamorato dei Diavoli Rossi. Anno dopo anno prova a parlare sempre più italiano, talvolta anche troppo timido tanto da non correggere chi sbaglia la pronuncia del suo cognome. “Jollow, si dice Giallow, come il colore..” ha ribadito qualche volta con il sorriso e testa bassa. Dedito al sacrificio, in difficoltà quando si trova spalle alla porta, Lamin nel Cesena ha fatto anche “reparto da solo”, sorprendendo tutti per l’abilità anche in posizione centrale e non solo da esterno, nonostante la rapidità e una attitudine a filtrare, giocare negli spazi. Manco a dirlo, il suo mito è Cristiano Ronaldo, ma come calciatori della sua Terra ama Gervinho, con quelle galoppate che hanno fatto innamorare i tifosi della Roma. E adesso c’è Salerno nel suo presente, l’Arechi sarà il suo Old Trafford, quello che chiamano il teatro dei sogni ora è il Principe degli stadi.

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