Richiedi la tua pubblicità

Scandalo tangenti al Ruggi, indagata la caposala Annarita Iannicelli

La donna avrebbe garantito il suo apporto all'organizzazione che modificava le liste d'attesa a pagamento

admin

Si aggiunge il nome della caposala del reparto di Neurochirurgia, Annarita Iannicelli, alla lista di indagati nell’inchiesta relativa al giro di tangenti che ha sconvolto l’ospedale “Ruggi”. Secondo quanto riporta “La Città”, la manomissione delle liste d’attesa per le operazioni non poteva sfuggire alla donna poiché era proprio lei a gestire la programmazione e il calendario degli interventi.
Per il sostituto procuratore Carmine Olivieri, dunque, la caposala avrebbe garantito agli organizzatori dell’illecito il suo apporto. A carico della donna ci sono gli esiti di alcune intercettazioni di conversazioni con i medici indagati che sono state captate dalle microspie dei carabinieri e hanno arricchito il fascicolo delle indagini.

Le indagini confermano tutte le accuse nei confronti del primario Luciano Brigante, del luminare giapponese Takanori Fukushima, del neurochirurgo Gaetano Liberti della clinica “San Rossore” di Pisa e del direttore del dipartimento di Neuroscienze del “Ruggi”, Renato Saponiero, che, pur essendo a conoscenza dell’illecito, ha omesso di avviare un’indagine interna. Gli altri tre medici sono accusati di concorso in concussione: infatti, avrebbero chiesto soldi dai 3mila ai 20mila euro, per avvicinare la data di interventi chirurgici che potevano essere salvavita, gonfiando addirittura le liste d’attesa, lasciandovi i nomi di pazienti già operati e in un caso anche di un deceduto per essere più convincenti. L’organizzazione contava su un accordo con la clinica privata di Pisa, dove farsi operare dal luminare Fukushima aveva un costo che si aggirava sui 60mila euro. Chi non poteva permetterselo veniva indirizzato tramite Liberti all’ospedale di Salerno, dove il medico giapponese operava a pagamento “fuori busta” con cadenza periodica affiancato da Brigante. “Occasionali donazioni spontanee” sono state definite dalle difese, ma per la Procura si tratta di autentiche tangenti, versate per salire di qualche gradino in una lista d’attesa che per tanti rappresentava una speranza di vita.

No Signal Service

Commenti

I commenti sono disabilitati.