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San Matteo con le cuffiette

aSalerno Opinioni | di Alessandro Mosca

L’avete mai visto un Santo con le cuffiette? Già immagino la scena: palla al centro alle ore 21, poco dopo il passaggio davanti Palazzo Guerra. E proprio mentre si entrerà nel cuore della città antica, lasciandosi dietro la Villa Comunale e l’Annunziata, qualcuno tirerà fuori la radiolina o metterà la spunta sul “gol alert” sullo smartphone per farsi avvisare in caso di variazione del risultato. Qualcun altro, invece, fra il serio e il faceto con un’aria un po’ snob, esclamerà “Saliern chest ten: San Matteo e ‘a Salernitana”.
È inevitabile partire da qui, in questo 21 settembre 2018 che ha l’incredibile peculiarità di (ri)mischiare il sacro e il profano di una fede ugualmente sentita: quella per il Santo Patrono e la squadra della propria città. L’Evangelista perdonerà chi, non riuscendo a fare almeno di entrambe le cose, nel corso della processione si informerà sull’esito della gara di Benevento, sulla possibile esclusione di Di Gennaro o sui gol annunciati a grappoli. L’umanissimo sentimento di un popolo che, fino all’ultimo, è rimasto indeciso se andare in trasferta allo stadio Vigorito oppure celebrare al meglio la più sentita ricorrenza di questa città.
Ma questo San Matteo, però, può diventare anche altro. Seguendo proprio questo mischiarsi d’eventi che, alla fine della fiera, faranno sicuramente riflettere. Perché sarà 21 settembre anche per Martina, commessa di un centro commerciale che ieri sera si è vista recapitare la busta paga con quaranta euro in meno mentre il capo del grande magazzino dove lavora – e che non conosce festa – le ha chiesto un po’ di straordinari non retribuiti. Sarà San Matteo anche per Paola, la mamma di Marta, uno scricciolo di bambina cui il destino non le ha mai troppo sorriso, che dopo aver vinto la battaglia per farsi montare uno scivolo nel suo palazzo ed evitare spostamenti difficili alla carrozzina che porta in giro, è pronta ad armarsi di nuovo, chiedendo a chi di dovere di fare uno sforzo in più e tornare alla precedente marca di pannolini, visto che quelli selezionati dalla Regione dopo i numerosi tagli alla sanità creano solo problemi. È festa anche per Marco, quarant’anni e precario da una vita, che ha rinunciato a Benevento e processione per tentar fortuna con un colloquio a Roma. Tre esempi di storie di tutti i giorni, come se ne sentono a migliaia in un mondo che, in questa città più che altrove, riesce a trovar sempre nuove distrazioni, nuovi motivi di scontro (spesso futili) per non notare la tristezza che c’è in giro. E questo San Matteo, allora, diventi soprattutto un momento di riflessione. Qualcuno, da Lassù, è già pronto a dare una mano a chi, non solo il 21 settembre, lotta con le unghie e con i denti per migliorarsi e migliorare la sua esistenza. Anche con le cuffiette nelle orecchie…

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