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San Matteo ed il derby: quando fede e passione, sacre e profane, sono messe a dura prova..

aSalerno Opinioni | di Nicola Roberto e Yvonne Arenella (Quelli del Granata by Night)

Il 21 settembre non è un giorno come gli altri per i salernitani. Da sempre. E’ il giorno in cui il Santo Patrono, Matteo, uno dei quattro evangelisti (vale la pena ricordarlo), colui al quale Gesù disse “seguimi!”, viene portato in processione per la città. Se, durante l’anno, sono i salernitani a recarsi al Duomo per salutarlo, il 21 settembre è San Matteo a mostrarsi, uscendo dalle mura dell’antica cattedrale per volgere il suo sguardo sui fedeli. In passato, abbiamo vissuto con l’emozione e l’entusiasmo tipico dei bambini questo giorno di festa: le passeggiate tra le bancarelle dove si poteva gustare lo zucchero filato o la pannocchia di mais, gli spettacoli del teatro dei burattini, i fuochi di mezzanotte rendevano unico questo giorno, confine tra l’estate e l’autunno ed anche, molto spesso, tra le vacanze e l’inizio della scuola. San Matteo in processione, la gente ai lati delle strade a salutarlo e a rivolgergli canti e preghiere, lo spettacolo delle paranze con i loro riti e quel genuino sudore che colava dalla fronte dei portatori, rifocillati lungo il cammino dal buon cuore di qualche barista. Non sempre, ma in alcune occasioni la processione è stata preceduta dalle partite della nostra amata Salernitana, dagli esiti alterni ma spesso felici come in occasione del 4-0 alla Reggiana nel ’97, una delle tappe più belle dei granata di Delio Rossi, “profeta” laico di una fede, quella granata, radicata e forte come la devozione per il Santo Patrono. Quest’anno la storia si ripete. San Matteo, da una parte, la Salernitana, dall’altra. Per noi, però, i due eventi non sono separati ma congiunti e non perché si voglia mescolare il sacro col profano, ma perché entrambi sembrano essere stati sviliti da polemiche e dispetti che fanno parte dell’umana natura ma che dovrebbero arretrare e, magari, scomparire dinanzi alla fede, quella con la “effe” maiuscola che si riserva al Santo e quella con la “effe” minuscola che riguarda la squadra di calcio. La processione di San Matteo è diventata motivo di scontro negli ultimi anni ed anche in questi giorni si è assistito ad una serie di dispetti e ripicche tra Comune e Curia che non hanno fatto piacere all’ex esattore delle tasse, divenuto testimone della vita di Cristo. E che dire della situazione che vive il calcio italiano ed in particolare la Serie B? San Matteo è il nostro Patrono e noi lo onereremo recandoci al Duomo, dove abbiamo partecipato alla messa per gli sportivi nei giorni scorsi: nella sua casa ci sentiremo distanti per qualche istante dalle beghe tra poteri che hanno troppo spesso, di recente, rovinato la festa ai salernitani. Poi, in serata saremo al Vigorito per seguire la Salernitana, sperando che i granata ci regalino una gioia che ci faccia dimenticare le incertezze e le miserie del nostro calcio. In un giorno così speciale per i salernitani sarebbe la più classica delle chiusure col botto e, sulla via del ritorno, a qualcuno potrebbe sembrare di sentire l’eco dei fuochi… 

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