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Salernitana, primo appuntamento a Venezia.. qualcuno dica che “è bella”

Partire per la Laguna, come Miss Lonely nel più grande successo di tutti i tempi, con Bob Dylan che racconta com'è brutto sentir parlare di ridimensionamento

Marco Rarità

How does it feel, how does it feel? Come si sente non lo sappiamo, come ci sentiamo noi, quello probabilmente lo possiamo dire. Comincia così una nuova stagione, con le note di una delle più belle composizioni di sempre elaborate su questo pianeta “Like a Rolling Stone”, con la firma di Bob Dylan e una storia da raccontare. Il 26 agosto è, praticamente, domani e come ogni anno non ci sarà neanche il tempo di respirare. Venezia è la suggestione più bella da cui si poteva partire, loro ritiro a Detroit, noi a Roccaporena, il leone alato esaltato dal marketing in Laguna, gli innamorati dell’Ippocampo neanche sanno l’abito che metterà l’amata al primo appuntamento. Diverse fazioni, opinioni diverse, quelli che viaggiano sull’essere concreti, quelli che invece non hanno mandato giù nulla dall’ultimo 19 giugno, quel presentarsi con un misero “bigliettino” d’auguri. Continua ad essere, lo sarà sempre, una storia d’amore travagliata, con sussulti passionali da far impazzire anche i più preparati professionisti di psicoanalisi di coppia. La Salernitana, detto questo, ricomincia come Miss Lonely nella canzone di Dylan, aspetta sulla porta che qualcuno le dica “come sei bella”. Perchè “ridimensionarsi” è la parola più brutta del mondo, peggio di uno svantaggio, come su un 45 giri scorre delicato il ricordo a 20 anni fa, Di Vaio lanciava missili terra aria sulla Serenissima e Renato Greco rallentava i battiti con un sorriso a braccia aperte, “Once upon a time you dressed so fine..” dal 65′ forse segue la Salernitana anche Bob Dylan, buon campionato Bersagliera.

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