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Salernitana: per Sannino un finale già scritto, ora cadono gli alibi

Il tecnico di Ottaviano aveva da tempo i giorni contati, ora c'è bisogno di cambiare passo

admin

Le dimissioni sono sempre un atto degno di rispetto. Chi fa un passo indietro, merita rispetto. Ci mancherebbe. Giuseppe Sannino avrebbe dovuto averne per Salerno e la sua gente, per la storia della maglia granata e della Salernitana, che oggi piange la scomparsa di Giancarlo Ansaloni, il trainer della storica promozione del ’90, lunedì sera. Quando, uscendo dal box da cui aveva seguito la gara con la Pro Vercelli, ha inveito contro tutto e tutti, il tecnico di Ottaviano ha commesso un errore fatale: ha tradito la fiducia che la gente gli aveva accordato in estate e che, legittimamente, era venuta meno col passare del tempo non solo per i risultati altalenanti ma, soprattutto, per il modo di porsi dell’ex Varese. Intendiamoci: Sannino non è l’unico responsabile ed alcune delle sue inopportune uscite verbali sono anche il frutto di un clima che ha respirato all’interno del club, dominato dall’idea – più una necessità intima che una concreta paura – di essere assediato da nemici invisibili. Ed il tecnico, che avrebbe avuto bisogno di respirare serenità e non tensione visto il suo carattere, è stato ancor di più caricato al punto da esplodere lunedì sera nell’occasione in cui la squadra avrebbe meritato di vincere senza ombra alcuna. Si sa, però, che il calcio è fatto di episodi che incidono sui risultati e sulle fortune di un professionista. Sannino non ne ha avuta lunedì sera, ma in tante precedenti occasioni non se l’è cercata. Si è dimesso e va rispettato, ma non si può dimenticare la sua uscita infelice di lunedì sera che è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Persa la stima della gente, mollato dalla società e criticato neanche più velatamente dai calciatori attraverso i social, Sannino ha capito che doveva fare un passo indietro. Ora, però, la Salernitana, intesa come società e squadra, ha l’obbligo di farne tre in avanti per recuperare i punti persi finora. Caduto l’alibi della guida tecnica, nel gruppo scatterà, ci si augura, la molla dell’orgoglio: chi non giocava cercherà di dimostrare che non meritava di stare in panchina, chi è stato fin qui titolare dovrà, a sua volta, dare ancora di più. Chi dovrà per intero fare la sua parte è la società. Fabiani ha sbagliato la scelta dell’allenatore, cui non ha neanche consegnato una rosa in linea con le sue esigenze. La proprietà è rimasta a metà del guado e le dimissioni di Sannino l’hanno tolta dall’imbarazzo. Ora, avendo le mani libere, i patron dovranno decidere per il bene della Salernitana, badando a dare nuova linfa alla passione della gente. Il nuovo allenatore, Bollini è il prescelto, dovrà essere supportato in tutto ed a gennaio bisognerà rinforzare e completare la rosa. Dopo aver imposto alla piazza un altro film dal finale già scritto, ora è doveroso cambiare registro. E copione…

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