“I problemi con la Salernitana partono da lontano ed erano già nati nel secondo anno. Nel terzo mi ha accompagnato spesso la parola riatletizzazione ma era anche un modo per dire che non c’era spazio, che ero fuori dai programmi. Un calciatore per essere performante ha anche bisogno di un contesto che dia stimoli per potersi esprimere. Se non si avverte fiducia, il lavoro è sempre lavoro ma viene meno la consapevolezza di poter essere funzionale ad un progetto. Ho capito che le vedute erano diverse da parte della proprietà e diciamo che alla fine ci siamo un po’ sopportati a vicenda. Ero arrivato a Salerno a 32 anni, firmando per 4. Ero venuto per cercare di andare in A, chiudere la carriera in A e non per provare a salvarmi a più riprese in Serie B. In questo ultimo anno, nel rispetto dei ruoli, ci sono stati più approcci con Fabiani per provare a trovare una rescissione anticipata ma senza riuscirci, per esigenze nostre e della Salernitana”. Uno stralcio della sua intervista rilasciata a Pasquale Tallarino.