Si dice che bisogna toccare il fondo, a volte, per riemergere con più forza e convinzione. Ieri pomeriggio, dopo il micidiale “uno-due” della Ternana, la Salernitana non solo l’ha toccato per il semplice motivo che si è sentita come precipitare nel vuoto. Un baratro buio ed infinito, preludio a scenari assai foschi per la panchina di Sannino che scricchiolava pesantemente, ma anche per il morale dei calciatori, scossi dai primi venti di contestazione che soffiavano all’Arechi.
Dopo l’apertura di credito di venerdì, quando in circa duecento si erano recati al Volpe per incoraggiare Rosina e soci, l’inizio choc di ieri aveva gelato tutti e, soprattutto, aveva fatto sì che la tempesta fosse sul punto di scatenarsi travolgendo tutto e tutti. Il gol di Perico in mischia e la sciagurata quanto – per la Salernitana – propizia espulsione di Meccariello si sono rivelati fondamentali. Dapprima punta nell’orgoglio e poi sostenuta dai suoi tifosi, la squadra di Sannino si è aggrappata alle spalle possenti di Coda che ha trasformato un calcio di punizione degno di un numero dieci (raro che un centravanti di peso abbia nel suo repertorio soluzioni balistiche come quella sfoggiata dall’ex Parma), regalando il due a due. Vitale, poi, ha operato il sorpasso calciando dagli undici metri un pallone che sembrava la sintesi del momento granata: un tiro forte, rabbioso, liberatorio per scacciare nuvole e paure che regnavano nello spogliatoio granata dove si respirava un clima surreale, come ha confessato Bernardini. Ed è questo il punto. Prima della partita, in casa granata, non c’era la giusta serenità e questo non stupisce. Si sapeva che quella di ieri fosse una gara determinante e se la squadra l’ha sentita anche troppo lo si deve, forse, alla mancanza di un vero leader nel gruppo. Uno come Antonio Zito, per esempio, avrebbe fatto comodo per tenere alto il morale della truppa, ma ieri l’ex Taranto non era con i compagni a causa dell’esclusione dai convocati decisa da Sannino che ha scelto, fin dal principio, Alessandro Rosina come riferimento tecnico e morale in campo e fuori. L’ex Parma ieri ha segnato ed ha regalato un paio di giocate d’autore, ma va detto che ha dato il meglio di sè solo dopo che la Ternana era rimasta in dieci quando c’era più spazio e la posizione in campo non era così decisiva come in avvio e, comunque, non pare ancora pronto a diventare il leader dei granata perchè, forse, prima di tutto gli gioverebbe trovare una più stabile e precisa collocazione in campo. Per l’ennesima volta, infatti, Rosina ha cambiato più ruoli e la Salernitana più moduli, dando l’impressione nella fase iniziale di non essere schierata nella maniera ideale. Essere duttili e camaleontici è un pregio, ma solo se si riesce a leggere ogni fase della partita con la giusta lucidità e non se si rincorre sempre un assetto più funzionale senza trovarlo. Più che la tattica, però, ieri è balzata all’occhio la mancanza di un leader. Con l’uomo in più ed in vantaggio di un gol, la Salernitana ha vissuto un quarto d’ora di sbandamento nella ripresa proprio perchè in campo non c’era chi guidasse i compagni. Ritrovata la vittoria, si spera che questa squadra trovi continuità e riesca anche a riconoscersi in un leader o, quanto meno, in alcuni uomini di riferimento. Perchè in campo e fuori serve chi indichi la strada, trascini i compagni e sappia accollarsi delle responsabilità. Come hanno fatto ieri Coda e Vitale sui due calci piazzati che hanno cambiato le sorti della partita e, ci si augura, pure la storia di questa stagione. A Latina si avranno già le prime risposte.
Ritrovata la vittoria, ora servono continuità ed un leader
Con la Ternana i granata hanno visto il baratro. Per svoltare serve un trascinatore in campo
14 novembre 2016
Nicola Roberto
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Autore: Nicola Roberto

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