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Ribery e la sciarpa, l’evoluzione dell’ippocampo e quella voglia matta: “Penso al campo..”

Il francese e i dettagli dell'arrivo a Raito, chiede la storia sui loghi, non risparmia selfie ma a Salerno non vuole che sia solo "palcoscenico": "Adesso voglio il campo.."

Cosa fa? Cosa dice? Cosa pensa? Tutti gli occhi su di lui e lui a guardare gli altri. E’ abituato Franck Ribéry, da tempo, a fare i conti con chi lo ferma e gli chiede scatti, autografi, non si dimena anzi “se la gode”. All’arrivo all’Hotel Raito esce dall’auto con il suo giubbotto di jeans (lo stesso indossato e “criticato” sul web nella prima apparizione al Franchi di Firenze) entra in albergo e riceve una sciarpa della Salernitana. E’ quella del centenario realizzata dal gruppo Raito Granata nella sezione salernitana che apre le porte della Divina Costiera. Non la prende e basta, la legge. “Da un secolo c’è solo la Salernitana..” ripete, poi la gira, qualcuno gli spiega che è l’evoluzione dei loghi, del simbolo dell’ippocampo, poi è il momento dei saluti e lo “studio” si interrompe. Nella tavola rotonda dell’Hotel Raito ordina un succo d’arancia accompagnato da un bicchiere d’acqua che sorseggia, quasi per rompere l’imbarazzo del silenzio tra clic dei fotografi e l’attesa di restare da soli, qualche parola gli sfugge tra l’invito del generale Marchetti di “gustarsi” le bellezze del territorio: “Ci sarà occasione, ora voglio pensare al campo”. Anche qui la grandezza di un calciatore, non a Salerno per fare la comparsa, il calcio, il campo.. la priorità, perchè di pallone parliamo. Intanto per le foto di rito scorge il panorama del golfo e sembra sciogliersi mentre la sciarpa non la molla, vuole tenerla, sempre, anche a pranzo. Sarà una lunga giornata.

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