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Quella volta a Lanciano, Cazzaniga “alla Merino” e il fallimento dei frentani

La storia di un precedente, era il 13 aprile del 1930, domenica in una città stracolma di pellegrini per il miracolo eucaristico di Lanciano

Era il 13 aprile del 1930, all’ombra di cinque pini c’era un campo di calcio, era domenica in un Abruzzo stracolmo di pellegrini giunti in terra frentana per il miracolo eucaristico di Lanciano. Quel giorni però si giocava il ritorno del campionato di prima divisione (al secolo la serie C), nel misto di terra ed erba si sfidavano proprio Virtus Lanciano e l’Unione Sportiva Fascista Salernitana. I salernitani vestiti di bianco-celeste, allenati dal primo allenatore straniero nella storia granata l’ungherese Geza Kertesz, riconosciuto all’epoca come un maestro del calcio d’attacco. Modesto il campionato della Salernitana fin lì, come quello del Lanciano che prima della fine del primo tempo passa in vantaggio con Righi. La Salernitana però è una macchina da gol e dopo il primo quarto d’ora del secondo tempo, il centrocampista milanese Gastone Cazzaniga sigla una delle reti che secondo le cronache dell’epoca fu narrata in tutto il paese. Per dirla con i “tempi moderni” alla Merino. Cazzaniga fece partire un destro da metà campo che scavalcò il portiere frentano. All’ultimo minuto, al debutto con la maglia della Salernitana, sarà Giovanni Pilato a segnare la rete, sgusciante, un dibbling in serpentina nella difesa del Lanciano. Anno di lieve amarezza per i bianco-celesti che avevano puntato a una promozione in B ma il campionato terminò in settima posizione, dietro la Tommaso Gargallo, la squadra di Siracusa. Il Lanciano, invece, quell’anno addirittura non riuscì a terminarlo per problemi economici della società, il club a fine stagione fu radiato dai ruoli federali proprio per mancanze economiche.

 

 

 

 

 

 

(foto fonte “Giovanni Vitale, Salernitana storia di gol sorrisi e affanni”)

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