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Quel masso che uccise al Ciclope: a processo solo il titolare della discoteca

"Non luogo a procedere" per otto dei 10 imputati, non andranno a giudizio gli ex sindaci, tecnici e gli ex comandanti dei vigili urbani

E’ arrivata ieri la decisione del giudice Sergio Marotta nell’aula del Tribunale di Vallo della Lucania sulla responsabilità della caduta di quel masso al Ciclope, all’esterno della discoteca, che uccise Crescenzo Della Ragione nel 2015. “Non luogo a procedere per otto dei 10 imputati, solo il titolare della discoteca Lello Sacco, come si legge sul quotidiano Il Mattino oggi in edicola, è stato rinviato a giudizio e dovrà affrontare il processo. A chiedere, invece, il rito abbreviato Antonio Campanile, il buttafuori napoletano in quella tragica serata, condannato in udienza preliminare ad un anno e sei mesi, accusato di favoreggiamento per aver fatto sparire il masso che colpì mortalmente Crescenzo Della Ragione. Per gli altri imputati, tra cui gli ex sindaci di Camerota, Domenico Bortone, Antonio Troccoli e Antonio Romano, come detto nessun luogo a procedere. Nessun processo anche per i tre comandanti dei vigili urbani Antonio Ciociano, Donato Salvato e Giovannantonio Cammarano, compresi i due tecnici Antonio Gravina, e Gennaro D’Addio, tutti accusati di omicidio colposo.  Presente in aula anche il padre di Crescenzo che ha lasciato il Tribunale visibilmente amareggiato per questa decisione attesa per oltre 900 giorni, con un solo indagato rinviato a giudizio.

 

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