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Più di 50 anni di carcere: ecco le condanne alla banda del portavalori

Indagini avviate dopo il colpo a Fisciano nel febbraio 2017 - LE FOTO SUL POSTO

Gianni Fiorito

Dopo circa otto mesi dall’operazione della Squadra Mobile della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore, che vide coinvolti a vario titolo 19 soggetti – di origine foggiana, salernitana, napoletana ed albanese – gravemente indiziati di far parte di un’associazione per delinquere transnazionale, dedita alle rapine a furgoni portavalori e in danno di istituti di credito, commesse con l’uso di armi, anche da guerra, sono state emesse nella giornata di oggi dal Tribunale di Nocera Inferiore, dopo la celebrazione del rito abbreviato, le condanne per 9 soggetti:

COCCO Domenico e CARBONE Angelo sono stati condannati a 20 anni di carcere, DE SANDI Antonio a 9 anni e 2 mesi, PUGLIESE Angelo a 8 anni e 4 mesi, DELLA RATTA Salvatore a 2 anni e 2 mesi, PANICO Antonio a 2 anni, la guardia giurata della Cosmopol DE FALCO Ciro ad 1 anno, DELLI CARRI Luigi a 2 anni e BRUNO Ciro a 1 anno e 2 mesi. Hanno patteggiato, invece, CUCCHIARALE Francesco e SALLAKU Erand, condannati rispettivamente a 2 anni e 5 mesi e 2 anni e 8 mesi. Assoluzione, infine, per GARMIELE Luigi e HUQUI Lorenc.

LE INDAGINI

Svolte dal Servizio Centrale Operativo e dalle Squadre Mobili di Salerno e Foggia – furono avviate a seguito di una rapina ad un furgone portavalori commessa a Fisciano nel febbraio del 2017. Le conseguenti attività, supportate da complesse intercettazioni telefoniche ed ambientali, consentirono di ricostruire la struttura organizzativa e le dinamiche criminali della consorteria malavitosa, identificandone i singoli componenti e disvelando, inoltre, l’organizzazione di un prossimo assalto armato da compiersi in Germania, scongiurato grazie alla collaborazione della polizia tedesca, attivata su input degli investigatori italiani. In tale ambito è risultato fondamentale l’efficace scambio informativo tra le Autorità giudiziarie dei due Paesi, assicurato dal costante coordinamento di Eurojust, che, in particolare, attraverso i magistrati dei desk italiano e tedesco riuscì a garantire il necessario raccordo per valorizzare gli sviluppi investigativi italiani ed, al contempo, prevenire la commissione di altre rapine sul territorio tedesco.

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