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Omidicio Petrone, parla D’andrea al gup: “Non ho ucciso io Fabio”

Ieri mattina Vincenzo D'andrea nel corso dell'udienza preliminare ha depositato una memoria difensiva, dove racconta nel dettaglio quello che è accaduto la notte tra l'11 e il 12 agosto 2007

admin

“Non ho ucciso io Fabio Petrone. Noi eravamo amici e quando ho saputo cosa era successo sono stato male. Quella
sera, in quel momento, io ero altrove”. Queste le dichiarazioni di Vincenzo D’andrea, accusato dell’omicidio di Fabio Petrone, insieme ad Enzo Villacaro.
Come rivelato dal quotidiano Il Mattino, D’andrea ieri mattina, nel corso dell’udienza preliminare, ha depositato una memoria difensiva raccontando quello che è accaduto la notte tra l’11 e il 12 agosto 2007.

Secondo l’accusa, D’andrea e Villacaro, avevano pianificato l’uccisione di Fabio Petrone perchè “aveva parlato troppo” sull’omidicio di Donato Stella (ucciso per mano dei due) in modo tale da potersi garantire una possibile impunibilità attraverso una collaborazione. Ma a rendere forti le accuse su i due c’è anche la confessione del pentito Ciro De Simone. Secondo il pm Rocco Alfano, quella notte oltre a D’Andrea e Villacaro, c’era anche una terza persona, al momento ignota.
Quello che è certo è che quella sera Fabio Petrone era a casa di Vincenzo D’andrea, successivamente l’agguato mentre stava tornando a Baronissi, dove viveva a casa della sorella. Petrone era in auto quando è stato raggiunto da quattro colpi di pistola, in volto e in bocca.

Dalle parole di ieri mattina, il giudice ha deciso di fissare la prossima udienza al 20 dicembre e valutare la richiesta di abbreviato per dare più tempo alla Procura.

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