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Oisma e In Cibum insieme per lanciare pizzeria gestita da 5 ragazzi affetti da autismo

L’Osservatorio Italiano Studio e Monitoraggio Autismo e In Cibum insieme per lanciare un appello: due ragazze e tre ragazzi, residenti tra Battipaglia e Salerno, affetti da autismo, con tanto di diploma dell’istituto alberghiero, e un corso di formazione per diventare pizzaioli professionisti cercano una sede, per la precisione un locale da trasformare in pizzeria, per dare forma ai loro sogni imprenditoriali.

L’Osservatorio Italiano Studio e Monitoraggio Autismo e In Cibum insieme per lanciare un appello: due ragazze e tre ragazzi, residenti tra Battipaglia e Salerno, affetti da autismo, con tanto di diploma dell’istituto alberghiero, e un corso di formazione per diventare pizzaioli professionisti cercano una sede, per la precisione un locale da trasformare in pizzeria, per dare forma ai loro sogni imprenditoriali.

Una scommessa

Una scommessa che fonda le sue radici su un percorso strutturato nel tempo, partendo dagli atelier messi in campo da OISMA Aps la cui finalità è quella di favorire la collaborazione, il lavoro insieme agli altri – autistici e non – affinché ognuno trovi la propria dimensione di vita.

Con In Cibum

Il passaggio successivo è stato quello di collaborare con la Scuola di Alta Formazione Gastronomica In Cibum, diretta da Mariagiovanna Sansone. Il docente Valentino Tafuri ha seguito i giovani allievi insegnando loro la nobile e antica arte del fare la pizza e guidandoli ad inserirsi in un’organizzazione lavorativa. Durante le lezioni i ragazzi, prima di mettere le mani in pasta, hanno imparato tutto quanto c’era da sapere sulle materie prime e sulla realizzazione dei differenti tipi d’impasto nonché sul corretto utilizzo delle attrezzature.
OISMA Aps e In Cibum hanno deciso di affrontare insieme questa sfida: creare tutti i presupposti per aprire una pizzeria all’interno della quale i ragazzi autistici sono configurati come dipendenti, con tanto di regolare stipendio, attività programmate e organizzate in base alle loro competenze e ai loro tempi di attenzione. Per realizzare tutto questo si pensa di coinvolgere anche le aziende private che vorranno partecipare. Importante sarà il contributo dei volontari dell’OISMA Aps che affiancheranno i ragazzi durante le ore di lavoro e di gestione del locale. Manca però un tassello: uno spazio che possa trasformare questo progetto in realtà.

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“Farina del nostro sacco”

Punta ad essere un locale per la famiglia ma anche per i giovani, un luogo dove stare bene e divertirsi con prodotti ricercati, un locale dai tempi lenti dove non bisogna andare a mangiare una pizza quando si hanno cinque minuti e poi si corre via, ma un locale dove trovarsi e ritrovarsi. Un luogo “lento”, con prodotti biologici e di altissima qualità serviti con altrettanta qualità.
I cinque giovani di età compresa tra i 20 ed i 30 anni, selezionati da Rosaria Ferrara, referente clinica di OISMA Aps, e seguiti in ogni passaggio da Annalisa Siano, referente tecnica, saranno aiutati anche nell’apertura di un conto corrente necessario per l’accredito dello stipendio.

In questo periodo storico

“Il Covid ci ha fermato solo momentaneamente – dice Annalisa Giancarlo, mamma OISMA Aps e segretario nazionale OISMA Aps – ma siamo pronti a dare seguito al nostro progetto semmai dovesse esserci la possibilità concreta di una sede. Abbiamo creduto sin dall’inizio nella validità del percorso anche perché abbiamo avuto la fortuna di essere affiancati da validi professionisti”.

Il percorso

“Quando OISMA ci ha scelti siamo stati onorati e felici perché avevamo la percezione che questo percorso ci avrebbe dato tanto in termini di entusiasmo e visione – aggiunge Mariagiovanna Sansone, direttore di In Cibum – E così è stato. Oggi si parla tanto dell’importanza della formazione come strumento per affrontare con consapevolezza il mondo del lavoro. I nostri cinque giovani studenti hanno dimostrato il grande valore che l’aula ha non solo nel trasmettere sapere ma anche nel costruire relazioni”.

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