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“Nulla è piu complicato della sincerità”

Le parole, le pause e i concetti di Alberto Bollini

Marco Rarità

Rompe il silenzio il rombo dell’Harley, la sua, è arrivato così questo pomeriggio Alberto Bollini in conferenza stampa all’Arechi, a bordo di una passione per parlare di come gira il mondo in casa Salernitana. Difficile percepire le emozioni di questo allenatore, Pirandello disse che nulla è più complicato della sincerità e più di un concetto Alberto Bollini lo espone a cuore aperto. Come quando parla dei mesi vissuti qui dove “ho capito cosa vuol dire la maglia della Salernitana” dice. Da giovanissimo, prima di farsi male al ginocchio con la maglia della Poggese, Alberto Bollini era un mezzofondista niente male, pratica che richiede polmoni e testa, tanta testa. Non si nasconde, anzi, Bollini si concede giusto una pausa tra un concetto e l’altro ma li tocca tutti, come quando parla del numero dei giocatori in rosa e delle possibilità inesistenti di contare su un settore giovanile che effettivamente non c’è. Parla del ritardo con cui il reparto avanzato dovrà fare i conti, “avrei voluto che i vari Gatto, Bocalon e Rossi arrivassero prima..”. Perché servirà tempo e servirà anche una buona dose di sorte non avversa, perché ci sono “scommesse e incertezze” così le descrive, da saper affrontare. C’è poco da interpretare quando parla di un progetto accettato in estate anche se sulla lavagna c’era scritto “ridimensionamento tecnico”, perché il lavoro non conosce punti di arrivo, si lavora e basta, questo é il credo, almeno adesso. “Senza creare false aspirazioni, puntiamo a salvarci” lo dice battendo delicatamente il polso sul tavolo. Di mercato non vuole parlare perché non c’è nulla di cui parlare, se nessuno esce, nessuno entra, la direzione è questa all’alba del campionato. Si “battezza” la richiesta di Gomis nella finestra invernale, e non lo fa a caso, così come quando si sofferma sulle doti di Sandro Rossi che conosce bene: “Non sarà come gli altri..” e prova imbarazzo nel dover spiegare il caso Cicerelli, arrivato al Mary Rosy con tanto di foto di rito ma non ancora tesserato. Rimarca, proprio nel cuore del discorso sulla sua riconferma, di essere stato scelto da Lotito e Mezzaroma e parla di stima ricevuta, invece, dal direttore Fabiani. Non c’è nulla nelle sue parole di improvvisato, ogni aggettivo usato e concetto inteso ha il suo peso, come quando dice che ci sarà bisogno di tempo.. lavoro e tempo. Poi la conferenza finisce, prende la sua Harley e butta giù gas.. capire non è complicato, direbbe Pirandello.

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