“Che imbroglio era” cantava la Goggi dando colpa alla Primavera, questa volta però i nodi sono sotto un’altra temperatura. I numeri nel calcio sono anima fredda, come i chilometri fatti dagli oltre duemila tifosi che in Brianza però hanno perso voce e un po’ di pazienza, la domanda resta sempre la stessa: i numeri della Salernitana fin qui vanno letti o vanno interpretati?
Solo due settimane fa il gruppo cantava tabellone alla mano nello spogliatoio dell’Olimpico, sorrisi e abbracci, il calcio però è bestia veloce, ti cambia prospettive, ti cambia umori e visioni, equilibri, nelle ultime 5 partite la Salernitana ha raccolto 7 punti, come il Lecce, 1 in più del Monza, 1 in più dell’Empoli, 2 in più della Roma, 3 più dello Spezia, 3 più del Sassuolo, 4 più dell’Udinese, 4 più dell’Atalanta.
Il cammino dei granata di Nicola fin qui vede 6 sconfitte e 4 vittorie, 5 pareggi, 19 goal fatti e 24 subiti. La Salernitana è la quarta squadra per tiri subiti, sopra c’è il Verona, lo Spezia e la Cremonese, in quest’ordine.
Dopo il pareggio con la Cremonese due sconfitte consecutive e una involuzione di intensità rispetto a quanto fatto vedere ad ottobre, trame di gioco non pervenute, fatica a fare anche le cose più semplici, così la Salernitana si ritrova a fare i conti di quello che è ma soprattutto di quello che potrebbe essere.
Un esame, quasi di coscienza, guardando più al futuro che al passato, in questo esame c’è Nicola in qualità di responsabile tecnico e di una qualità di gioco che è forse l’unica imputata, forse.