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“Te ne sei accorto, sì?”

Chi viene e chi sta a casa, ognuno con i suoi segnali, ognuno con le sue domande..

Marco Rarità

“Te ne sei accorto, sì? Che parti per scalare le montagne e poi ti fermi al primo ristorante.. e non ci pensi più”.

 E’ la chiamata della domenica pomeriggio, come racconta Brunori Sas, prosa di una vittoria da “vecchia scuola”, quelle che ti svoltano la giornata, come quando suona la campanella mentre la prof dice alla classe che “oggi, si interroga”. La domanda è: perche 6692? Eppure proprio questa settimana il termometro della passione, almeno sui social, segna picchi altissimi, tracciando quello che è stato il “fenomeno” Salernitana. Su iniziativa di Franco Esposito e Roberto Guerriero, in un romantico progetto di condivisione legato al Centenario, emergono due fattori in assoluto: nessuno ha dimenticato, nessuno ha intenzione di dimenticare che cos’è questa squadra per questa città e provincia. Lo sanno i salernitani che ieri erano all’Arechi cosi come chi è restato a casa. Ironia del “gioco”, purtroppo e troppo spesso, è proprio il salernitano a trovare nei salernitani i primi nemici. Gli scarsi 7mila dell’Arechi in questo momento, tutto sommato positivo, rappresentano un dato che va analizzato come quello legato invece alle trasferte, sempre più importante, sempre più sorprendente. Non è solo una questione di remare dalla stessa parte, anche perché bisognerebbe capire dove siamo diretti. Tifosi sì, fessi no.. dovrebbe essere scritto su ogni abbonamento, chi ama la Salernitana non è banale, non è legato al risultato, altrimenti non avrebbe scelto di tifare per questa squadra nell’unica vita concessa. L’indifferenza, non verso la squadra ovviamente, non è mai un segnale da sottovalutare, soprattutto quando ti arriva da un popolo che ha vissuto quasi un secolo di storia e può insegnare a tanti cosa vuol dire “Appartenenza“.. che bella parola.

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