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Movida addio: la pandemia chiude i locali e svuota le piazze – FOTO

Il sabato sera salernitano non è più lo stesso tra restrizioni, incertezze, nostalgie e paura dei contagi

Gianni Fiorito

La movida salernitana si spegne completamente a causa della pandemia e delle restrizione prese da governi nazionali e ragionali. I giovani sono pochi e in loro regna lo sconforto, nonostante la consapevolezza della necessità delle norme per il contenimento del contagio. Nei locali del centro cittadino il sabato non sembra essere più sabato, ma in qualche caso sembra essere addirittura meno di un giorno qualunque. Nell’animo dei gestori, vi è la costante paura di restrizioni ancor più stringenti o di un eventuale coprifuoco che costringerebbe a chiudere, forse definitivamente, la propria attività. Lo spettro del lockdown di marzo, aleggia tra i cittadini insieme al rischio di veder i propri cari contagiati dal virus. In qualche caso vi è ancora un po’ di superficialità o atteggiamenti poco responsabili, ma i gestori dei locali sono i primi ad essere ligi a rispettare e a far rispettare le regole sancire dalle ordinanze. Infatti, l’eventuale peggioramento della curva epidemiologica, finirebbe per strangolare del tutto le loro attività già moribonde. Piazza Flavio Gioia è semideserta, qualche ragazzino scorrazza di qua e di là, ma sono scomparse del tutto le masse di giovani in cerca di aperitivi. In Corso Vittorio Emanuele, la situazione è leggermente migliore. Questa zona ospita un target giovanile abbastanza fidelizzato che non rinuncia, nel rispetto delle norme anticontagio, alla convivialità del sabato sera. In Piazza Sedile di Portanova, il vocio del weekend sembra essere entrato “in modalità silenziosa”. Il salotto cittadino e il centro storico che da sempre caratterizzano la movida salernitana, sembrano quasi essere spazi anonimi e abbandonati. La trafficata via Roma può essere tranquillamente scambiata per una traversa poco praticata dalle auto e sono svanite le lunghe file davanti agli storici pub, american bar, gelaterie e rosticcerie d’asporto. Via dei Mercanti non ha più bisogno di quelle norme “non scritte”, insite nei salernitani veraci, che permettono di evitare lo scontro tra i flussi pedonali che si dirigono nelle due direzioni opposte sulla tratta Largo Campo – Portanova. Pattuglie di poliziotti e, occasionalmente, gli occhi del sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, sorvegliano i vuoti palcoscenici della movida e a volte intervengono per incitare i ragazzi all’osservanza delle norme di distanziamento. Lungo via Duomo, in Vicolo Giudaica e in Largo Dogana Regia alcuni lounge bar, wine bar e osterie continuano ad ospitare i propri giovani clienti, seppure resta ben visibile sia la drastica diminuzione numerica sia il cambio di umore generale. In Piazza Sant’Agostino, in Piazza Abate Conforti, in Largo Barbuti e sull’arenile di Santa Teresa alcuni gruppi di adolescenti si riuniscono ancora, irriducibili autori di qualche nostalgica chiassosa risata. Tutti si chiedono quando questo vuoto sarà colmato, quando la cultura giovanile e le attività economiche cittadine rifioriranno di nuovo, se davvero riusciranno a sbocciare ancora. Come direbbe Leopardi, “così tra questa immensità s’annega il pensier mio”.

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