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Magistrati e Finanza alle Fonderie, sequestri e droga da bruciare

Distruzione di droga sottoposta a sequestro dai finanzieri di Napoli e sequestro di materiali per essere esaminati, ecco quanto è accaduto ieri mattina alle Fonderie Pisano

admin

Un arrivo improvviso ieri mattina alle Fonderie Pisano che ha tenuto sulle spine tutti, residenti, cittadini e i ragazzi che oramai da mesi sono in presidio all’esterno della fabbrica. Magistrati, Guardia di Finanza, Carabinieri, Arpac e Digos. Per chi era all’oscuro di tutto è sembrato il giorno giusto. Il giorno del blitz, delle decisioni, della fine di quella lotta che va avanti, forse, da troppo tempo. C’è stato anche chi, alla vista dei tre magistrati, scortati dalla polizia giudiziaria in servizio in Procura, ha stappato una bottiglia, festeggiando. Ma ieri, non era il momento giusto per le bottiglie, infatti i sostituti procuratori Maria Carmela Polito, Roberto Penna e Marco Silvio Guarriello, accompagnati dai propri consulenti e dai tecnici Arpac, hanno verificato lo stato dei luoghi e il processo di fusione dei materiali. Una piccola parte di materiale è stata anche sottoposta a sequestro per essere esaminata. Ma le forze dell’ordine erano alle Fonderie per ben altri scopi. Non tutti erano a conoscenza che i forni della fabbrica vengono usati, solitamente, per sbarazzarsi di quintali di droga sottoposta a sequestro. Infatti, le fiamme gialle, ieri mattina, arrivavano da Napoli per distruggere sostanze stupefacenti tolte dal mercato. Come rivela il quotidiano Il Mattino. La droga sequestrata dalle forze dell’ordine e magistratura viene inizialmente tenuta in deposito, sorvegliata dalla polizia giudiziaria, per il tempo necessario alle perizie e al prelievo di piccoli campioni per uso processuale. Successivamente il giudice ne ordina la distruzione che, solitamente, avviene in inceneritori predisposti, dopo aver controllato che non ci sia pericolo per l’ambiente e per i cittadini. Le fonderie Pisano fanno parte di questi inceneritori. Quando finisce nei forni la sostanza stupefacente dovrebbe aver perso tutte quelle caratteristiche psicotrope che la rendono illegale.
Ieri non era il giorno giusto, ma le indagini continuano per verificare il corretto funzionamento dell’impianto e chiarire i possibili legami tra inquinamento e malattie che i cittadini denunciano da tempo.

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