E’ la delusione il sentimento che vince: quella dei tifosi per il pareggio a reti bianche contro il Novara e, soprattutto, per il mercato senza slanci condotto dalla società, ma anche quella della proprietà, espressa da Claudio Lotito dopo la gara di ieri, per il calo di presenze allo stadio. Il calcio, specie a Salerno, è altro. Dovrebbe essere un terreno fertile per sogni ed ambizioni ed invece, da tempo, non è più così. Nell’ambiente serpeggia la consapevolezza che si sia raggiunto il massimo obiettivo possibile – il ritorno in B a pochi anni dal fallimento resta un titolo di merito indiscusso per la società di Mezzaroma e Lotito – e che non si voglia provare ad oltrepassare le colonne d’Ercole rappresentate dalla cadetteria e ben delimitate dalle norme federali in materia di multiproprietà. Chiarito questo, il resto è davvero poco rilevante. Se allo stadio si va per passione, allora è giusto poter sperare di vedere la propria squadra lottare per traguardi importanti, cosa che Salerno pensa di meritare e che si vede negata dalle scelte societarie che mirano alla conservazione della categoria, ma senza voler più di tanto provare a crescere ulteriormente. Del resto, lo stesso Lotito ha detto che in caso di promozione in serie A della Salernitana il suo tempo all’Arechi sarebbe scaduto, perché i regolamenti gli imporrebbero di passare la mano. Proprio per questo, però, il patron non può più di tanto lamentarsi se i tifosi, per una volta, non hanno fatto registrare numeri corposi, ammesso che gli ottomila dell’Arechi siano stati pochi ieri. Il problema è semplice: dopo aver scalato rapidamente le categorie inferiori ed essere tornata in serie B, la Salernitana deve decidere cosa vuol fare da grande. Lotito e Mezzaroma possono consentirle di vivere in una sorta di perenne adolescenza, ma la maturità è obiettivo che non possono centrare con le attuali regole. Il calo di presenze è diretta conseguenza del fatto che la gente ha compreso l’antifona e che la società ha fatto ben poco per rilanciare il progetto in sede di mercato: a gennaio, sarebbe bastato davvero un piccolo sforzo per completare la rosa e poter pensare di competere quanto meno per un posto nei playoff. Il primo pareggio dell’era Bollini ha lasciato un senso di delusione ed incompiutezza, proprio come il mercato che si è appena concluso, grigio come la divisa sfoggiata ieri dalla Salernitana.
Lotito, la memoria corta, ed i sogni negati
Il patron ha bacchettato i tifosi per il calo di presenze all'Arechi, ma la società ha le sue colpe
5 febbraio 2017
admin
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