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Logaglio la “sblocca” dietro al carcere borbonico: in primo derby in Irpinia è della Salernitana

Era il 5 giugno del 60', presidente della Repubblica Gronchi, in A "comandava" Sivori e la Salernitana si giocava la salvezza: la storia del primo derby ad Avellino

Marco Rarità

Per “respirare” questa storia dovete entrare nel contesto. Era il 5 giugno del 1960, il Presidente della Repubblica è Giovanni Gronchi, in serie A Sivori con 28 gol si prende il titolo di capocannoniere e la Juve vince lo scudetto pareggiando a Palermo. La Salernitana, invece, si giocava la salvezza al campo di Piazza d’Armi di Avellino, si giocava alle spalle del carcere borbonico, proprio nel cuore della città: quella era il primo storico derby in casa irpina nella storia delle due società. Il campionato era cominciato, manco a dirlo, con difficoltà economiche ma il barone Matteo Guariglia, “armato” di passione riuscì ad iscrivere la squadra ed avviare una campagna acquisti che all’epoca venne definita: decente. In porta l’apprezzato Recchia e in avanti il fiore all’occhiello Giuseppe Logaglio. Non un semplice “centrattacco” questo ragazzo nato a Lecco, giocava e poteva giocare anche sull’esterno, ala destra e ala sinistra, abile con entrambi i piedi, forte anche di testa, fisico longilineo. Non fece il militare perchè viveva con il sostegno della nonna e questo fu una motivazione importante affinchè passasse alla Lazio, proprio dal Lecco. Poi fu girato alla Salernitana, in quella stagione scese in campo 29 volte siglando 6 reti, l’ultima proprio quel giorno.

Una squadra in crisi, tanti e troppi pareggi, alternata da qualche sconfitta, così fu esonerato Stefano Mike, al suo posto Manenti, temporaneamente però, però nel girone di ritorno sulla panchina granata arrivò Pietro Piselli, quasi 10 anni dopo la sua prima esperienza a Salerno. Piselli non era un allenatore come gli altri, un tipo “particolare”, dicono che avesse metodi unici soprattutto dal punto di vista caratteriale, come quando si avvicinava ai giocatori con un bastone intimando un colpo e valorizzando in squadra chi non avesse passi indietro. Chiuse la carriera di allenatore proprio con la Salernitana, quel derby con l’Avellino fu la sua ultima gara da tecnico. E ai granata servivano assolutamente i tre punti per la salvezza, con la Casertana e il Teramo alle spalle. Sblocca il match proprio Logaglio, raddoppia il mediano Barone, la Salernitana passa. Intanto a Caserta non ci stanno. La Casertana avanza ricorso accusando granata e verdi di combine. Ad indagare gli “007” della Lega, passano 26 giorni e arriva la sentenza: la Salernitana è innocente ed è salva. Dopo circa 40 giorni da quel match la Salernitana passa al nuovo proprietario Pasquale Gagliardi (già socio e consigliere della Lazio), uno dei fratelli del miliardario Filippo Gagliardi, al tempo residente in Venezuela.

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